Dopo i cinesi all’Inter, gli americani al Milan e alla Roma, i canadesi al Bologna, anche i napoletani vogliono di nuovo il famoso “Presidente-Tifoso”. Una figura così a Napoli manca dal lontano 2004 quando c’era Salvatore Naldi.
Ovviamente il desiderato “Presidente-Tifoso” deve essere napoletano di nascita da almeno 21 generazioni, avere la sciarpa del Napoli al posto della cravatta e possibilmente parlare solo e solamente in napoletano. Diamine il dialetto partenopeo è pur sempre una lingua riconosciuta dall’Unesco.
Deve poi mangiare solo la pizza napoletana, che gli deve piacere per principio solo perché napoletana e non per gusto personale. Infine deve osservare il comandamento: “Io sono il mandolino tuo, non avrai altri strumenti musicali al di fuori di me”.
Con un presidente così i napoletani avrebbero la certezza di non essere più frustrati dalle clamorose sviste arbitrali che sono costati al Napoli di De Laurentiis due scudetti e una Supercoppa Italiana. Così come avrebbero la certezza di tornare a vincere lo scudetto un anno sì e un anno no, ma nell’anno no la certezza di vincere però la Champions League. Il triplete? Perché no, però suvvia non esageriamo.
Ovviamente questo speciale presidente-tifoso-missionario-benefattore oltre ad investire tutti i soldi incassati dal club come ha fatto finora De Laurentiis per il calciomercato e gli ingaggi, deve anche attingere al patrimonio personale per dare alla città e ai napoletani uno stadio nuovo.
Ma il costo deve essere almeno di 500 milioni di euro e deve essere da 250.000 posti tutti a sedere con donne in biancheria intima per gli uomini e uomini in perizoma leopardato per le donne, pronti a servire ai tifosi bibite e vettovaglie varie. Il tutto a soli € 2 per le curve, € 5 per i distinti ed € 10 per la tribuna. Over 50 e under 30 ovviamente gratis. Se poi lo stadio dovesse essere ugualmente vuoto “nun s’adda lamentà”.
E i top-players? Che problema c’è. Sempre senza intaccare gli introiti del club, il presidente-tifoso-missionario-benefattore di sicuro ‘brucerebbe’ altri 280 milioni di euro del suo patrimonio personale per portare a Napoli almeno Cristiano Ronaldo. Poi magari con lui, se il Barcellona dovesse venderlo, anche Messi.
In cambio di tutto questo i napoletani sarebbero addirittura pronti a spegnere il ‘pezzotto’ e a comprare solo gadget originali e non più quelli del mercato parallelo.
Forza e coraggio fatevi avanti imprenditori napoletani…ahé allora il discorso non è chiaro? Non devono essere imprenditori ma tifosiiii….