Dal fronte arbitrale arriva un bollettino medico che parla del soldato Serie A in agonia, ferito a morte dal modello di VAR usato in Italia.
Volendo credere alla buona fede degli arbitri, la deduzione logica è che in Italia si usi un modello ‘pezzotto’ di VAR. Soprattutto se confrontato con i modelli di VAR utilizzati in Inghilterra e in Germania.
I tanti campionati falsati in passato hanno arricchito in maniera illecita alcune bacheche impoverendo quelle più meritevoli sul campo. Tutto giustificato con l’errore umano dell’arbitro chiamato a decidere in pochi millesimi di secondo e a velocità di gioco.
Poi il progresso della tecnologia ha messo a disposizione dell’uomo-arbitro la goal line technology e il VAR.
Ma tra i due mezzi tecnologici c’è una differenza abissale: la goal line technology con valutazione solo oggettiva ha un margine di certezza del 99.99%. Il VAR con valutazione solo soggettiva è diventata un’arma di distruzione di sogni in mano alla ‘intelligence’ top secret del mondo arbitrale formato KGB.
Malgrado il VAR gli errori arbitrali hanno già delegittimato il campionato 2017-18 e ora stanno delegittimando anche la classifica del campionato in corso.
Chi vuole bene al calcio italiano, scevro del potere politico e mediatico dell’asse Milano-Torino, dovrebbe (anzi deve) ammettere che con i modelli europei di VAR la classifica attuale poteva anche essere diversa. Ammettere almeno che sarebbe stata decisa sportivamente sul campo dalla bravura del tiratore o del portiere se solo fossero stati fischiati i rigori ad Anguissa in Roma-Napoli e a Pellegrini in Roma-Milan.
I nuovi e determinanti errori arbitrali che hanno minato la credibilità dell’attuale classifica di Serie A, mettono Gravina (FIGC), Dal Pino (Lega Serie A), Rocchi (AIA) di fronte a un bivio.
Salvare il soldato Serie A oppure dargli il colpo di grazia continuando con la politica dei troppi pesi e delle troppe misure.
Se i tre ‘garanti’ della regolarità del campionato di Serie A dovessero optare per la seconda opzione, non resta che pensar male e…
…come sosteneva Andreotti tante volte si indovina.