Chiusura d’anno con il botto in Serie A. Però, come si dice a Napoli quando il fuoco d’artificio non è di qualità, un botto che ha fatto ‘fetecchia’.
Solo a un fuoco d’artificio che ha fatto ‘fetecchia’ si può paragonare la morale che hanno fatto Chiellini e Allegri ai presidenti che hanno rilasciato legittime dichiarazioni su determinati arbitraggi.
Forse Chiellini e Allegri hanno dimenticato che proprio loro e il loro attuale club sono gli ultimi a poter dare lezioni di sportività. Non è un dato soggettivo ma un dato oggettivo, un dato di cronaca che riassumiamo così:
- la Juventus ha festeggiato e messo in bacheca una Coppa dei Campioni ‘regalata’ dall’UEFA e macchiata dal sangue di 36 tifosi bianconeri; una coppa che nessuno dopo quasi 34 anni ha avuto la sensibilità di restituire;
- il club bianconero è stato coinvolto in un processo per doping che non ha portato a condanne solo perché andato in prescrizione;
- sempre la Juventus è stata condannata alla retrocessione dopo il processo di calciopoli per illecito sportivo;
- allo Stadium di Torino la Juventus si prende gioco della Giustizia Italiana e Sportiva esponendo i due scudetti che le sono stati tolti dopo il processo di calciopoli;
- dopo la gara Bayern Monaco-Juventus che ha portato all’eliminazione dei bianconeri dalla Champions nel 2016, la dirigenza bianconera non ha certamente risparmiato dure critiche all’arbitro;
- al contrario di Paganini la Juventus ha concesso il bis appena due anni dopo in casa del Real Madrid. Difficile dimenticare la sceneggiata che ha umiliato e mortificato il calcio italiano e che ha visto protagonisti la dirigenza bianconera, Chiellini e il suo “You pay” indirizzato ai calciatori madridisti e le antisportive parole di Buffon rilasciate a freddo nel post gara [LEGGI QUI];
- le sceneggiate di Allegri a bordo campo con tanto di veementi proteste con il quarto uomo, puntualmente rimaste impunite;
- i continui tuffi a simulare falli che i calciatori bianconeri, proprio Chiellini Dybala e Cuadrado in particolare, inscenano sui campi di calcio appena avvicinati dai loro avversari;
- i presunti legami con la ‘ndrangheta;
- le chiusure di alcuni settori dello stadio bianconero per episodi di razzismo;
- la bomba carta lanciata dai tifosi nella Juventus nel settore dei tifosi del Torino;
- lo striscione sulla strage di Superga;
- l’intera squadra Under15 squalificata per aver cantato negli spogliatoi cori di discriminazione territoriale contro i napoletani;
- le orecchie otturate di Allegri che non riescono a sentire i continui cori sul Vesuvio cantati dai tifosi bianconeri;
- il giudizio sul VAR: positivo se interviene o non interviene a loro favore anche in maniera sbagliata, non è più sport quando invece rende giustizia dando ai suoi avversari quanto previsto dal regolamento;
- chiusura in bellezza con il loro motto in netto contrasto con lo spirito sportivo: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Il silenzio è d’oro e potrebbe aiutare a riflettere e capire se…si è nella condizione di scagliare la prima pietra. Soprattutto per riflettere sull’importanza di avere un contraddittorio servile e sottomesso.
Vero Chiellini? Vero Allegri?