L’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti ha rilasciato un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. Questi alcuni passaggi dell’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul quotidiano oggi in edicola.
“Il calcio a Napoli rappresenta anche una rivalsa, di riscatto per il senso di abbandono che questa città ha legittimamente introiettato nei secoli. Per me rimane un gioco. Bello, emozionante e che mi diverte ancora.
Quando sono arrivato a Napoli la prima cosa che ho fatto è stato capire i progetti della società. La squadra già la conoscevo e mi piaceva. Dopo piano piano ho iniziato il processo senza stravolgere quello che già facevano molto bene con Sarri. Dopo, piano piano, cerchiamo di modificare il sistema di gioco con la condivisione dei giocatori. Non faccio mai una cosa se i calciatori non sono convinti di farla.
Mi piacerebbe restare per molti anni in una squadra. A Napoli ci sono le caratteristiche adatte per un progetto.
Questa squadra ha tante potenzialità e lo ha dimostrato nel girone di Champions, che era difficilissimo. Siamo cresciuti molto in personalità, convinzione, perché queste partite aiutano a crescere. Siamo una squadra che non può giocare a basso ritmo. Per riuscire dobbiamo lavorare sempre a ritmo alto. Sono convinto di avere il centrocampo migliore d’Italia. Koulibaly è tra i migliori al mondo con Sergio Ramos, Varane e con quelli della Juve che sono molto forti, più che come individualità, come coppia. Manca un attaccante robusto? Dipende da come vuoi giocare. Noi non sfruttiamo molto i cross quindi cerchiamo di utilizzare più il gioco verticale. Fino ad ora, ha funzionato.
Cori? Non faccio un discorso solo sul Napoli. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire.
Koulibaly si sente napoletano? Anche io, mi piace l’atmosfera che si vive qui, l’ambiente. Napoli accoglie non respinge”.