Il Napoli arriva alla sfida contro il Cagliari a -11 dalla capolista Juventus. Ma a sentirsi mortificato per questa situazione di classifica non deve essere il Napoli. Deve esserlo invece la credibilità dell’intero sistema del calcio ormai in coma irreversibile mediatico e sportivo.
Il VAR nelle ultime due stagioni avrebbe potuto rendere più credibili le vittorie dei campionati e invece è successo esattamente l’opposto. Ovviamente non per demerito del mezzo tecnologico che funziona alla perfezione, ma dell’essere umano che lo guarda e lo gestisce.
Basta fare due conti semplici semplici senza neanche ricordare la faccenda Mazzoleni-Benatia in Milan-Juventus e le mancate espulsioni nei minuti iniziali delle gare di Pjanic sia in Parma-Juventus che in Bologna-Juventus.
Alla Juventus tra il rigore regalato a Empoli e i due non concessi al Torino nel derby, è stata offerta la possibilità di coprire i propri demeriti regalandole ben 4 punti e oggi sarebbe a quota 42. Di contro il Napoli contro il Chievo non ha goduto dello stesso beneficio (leggi rigore su Callejon) e gli azzurri hanno due punti in meno e oggi sarebbero a 37 punti. Quindi in attesa di Cagliari-Napoli il distacco dovrebbe essere di soli 5 punti e lo scontro diretto da giocare al San Paolo, oltre la differenza di pressione per chi tenta di fuggire e di entusiasmo per chi insegue.
Inutile tirare fuori che a fine anno gli errori arbitrali si compensano perché non è mai stato e mai sarà così. Ogni errore arbitrale ha una diversa valenza a seconda del periodo del campionato e della singola partita in cui viene commesso. Ma poi se il VAR offre l’opportunità di rimediare a un errore a chi conviene spegnerlo e accenderlo a seconda del colore delle maglie?
Sia ben chiaro un altro aspetto della faccenda. Raccontare la cronaca di ciò che è accaduto, non è vittimismo, non è piagnisteo e neanche provincialismo. Si chiama onestà intellettuale.
Intanto per riscattare la gara di Liverpool dopo l’ennesimo doppio sVARione arbitrale nel derby di Torino, il Napoli deve avere un solo obiettivo: vincere.
Non sono ammessi alibi di natura caratteriale e psicologica per quanto accaduto ieri a Torino. Perdere ancora una volta qualcosa in un albergo sarebbe un altro passo indietro nella crescita del club dopo quello fatto a Firenze lo scorso anno.
Quel senso di amarezza e di impotenza per un campionato ancora una volta falsato, non deve assolutamente condizionare la prestazione della squadra di Ancelotti oggi a Cagliari ma anche in futuro. Anche questo significa essere una grande squadra.
Tanto ormai è sempre più forte la sensazione che lo scudetto la Juventus lo perderà solo quando le milanesi saranno in grado di vincerlo. La storia insegna: non a caso lo scudetto conosce solo l’autostrada Milano-Torino.