“Quella faccia un po’così, quell’espressione un po’così che abbiamo noi mentre perdiamo a Genova”… Parafrasando la famosa canzone di Paolo Conte, si ha l’idea dell’umore dei napoletani all’uscita dallo stadio di Marassi dopo la sconfitta con la Sampdoria.
Una sconfitta che riporta la piazza come al solito umorale con i piedi per terra. Una sconfitta che ci può anche stare quando si cambia allenatore e, quindi, sistema di allenamento e di gioco. I cambiamenti richiedono tempo per essere metabolizzati. Proprio per questo c’era chi sosteneva che in un’annata con tutte le big che hanno confermato i propri tecnici, il Napoli tutto avrebbe dovuto fare tranne che cambiare allenatore.
Ricordate il primo Napoli di Maradona? Sì, proprio di Maradona? Dopo le prime dieci giornate tre sconfitte, cinque pareggi, appena due vittorie e undicesimo posto in classifica in un campionato a sedici squadre.
Inoltre ricordate il primo Napoli di Sarri? Sì, proprio di Sarri? Dopo le prime cinque giornate una sconfitta, tre pareggi, una vittoria e dodicesimo posto in classifica.
Ancelotti è un allenatore di livello internazionale e tra i più vincenti in attività. Sicuramente ha le capacità, l’esperienza e la competenza per trovare le giuste soluzioni per rilanciare il Napoli. Considerarlo un brocco, chiederne già l’esonero sono cose che non possono neanche essere pensate da chi mastica calcio con passione e profonda analisi.
Senza dubbio Ancelotti contro la Sampdoria ha ritenuto opportuno giocare d’azzardo. In effetti soltanto lui e il suo staff sentono il polso della squadra dopo una settimana di allenamenti.
Certo è che escludere due senatori, Hamsik e Callejon, in una trasferta delicata e per giunta prima di una sosta ha destato molte perplessità. La rotazione ci deve essere, soprattutto quando inizieranno anche gli impegni internazionali. Ma questa volta la tempistica e l’avversario di turno non hanno convinto della scelta fatta.
Così come preoccupa non poco una fase difensiva, che non riguarda solo la difesa e il portiere, che sembra quasi incapace di contrastare gli attacchi avversari.
Contro i doriani il primo gol è stato preso con un’azione di contropiede che non subisce neanche una squadra sotto di tre gol a dieci minuti dalla fine. Così come il secondo gol è stato incassato in una situazione di tre difensori azzurri contro due attaccanti blucerchiati. Una cosa simile è già successa con la Lazio con tre azzurri contro il solo Immobile.
Chi analizza le dinamiche del Napoli dall’esterno è giusto che sottolinei in maniera costruttiva certe perplessità e certe lacune senza trovare alibi negli arbitri, nel calendario difficile o nell’alternanza degli anticipi e dei posticipi.
La sconfitta per come è maturata prescinde da tutto questo ed è soprattutto la conseguenza di una mentalità non ancora cresciuta e internazionalizzata come tutti si aspettano dopo l’arrivo di Ancelotti. Ma anche per questo serve tempo.
Intanto la Juventus rischia di scappare via e forse è proprio il tempo (ma non solo il tempo) che il Napoli potrebbe non avere, anche perché dopo la sosta si inizia fare davvero sul serio.
Buon Forza Napoli a tutti!