Dalla Champions all’Europa League l’asticella del Napoli si è alzata e non abbassata: deve puntare alla finale di Baku

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Dopo Liverpool c’è chi parla di ridimensionamento europeo del Napoli. Forse non è così. 

Il Napoli in Champions avrebbe avuto solo un ruolo da comprimario considerando che sarebbe stata la nona-decima forza della competizione. Magari con un po’ di fortuna sarebbe arrivato ai quarti di finale. Della Champions il Napoli deve solo rimpiangere il prestigio e le emozioni che solo questa competizione sa regalare, anche se c’è chi rimpiange solo e soltanto la possibilità di urlare “The Chaaaammppiooonssss”. 

La ‘retrocessione’ in Europa League invece per il Napoli significa alzare l’asticella della crescita, della responsabilità, della competitività, della maturità di puntare alla finale di Baku.

Gli azzurri con Chelsea, Arsenal, Inter e Siviglia (se si qualifica) sono i principali candidati alla vittoria finale. Tutte squadre decisamente più alla portata del Napoli rispetto ai vari Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City, Juventus e forse anche Atletico Madrid.

Il Napoli non può e non deve nascondersi dietro turn-over cervellotici che già in passato hanno inibito agli azzurri la possibilità di puntare a bissare il successo in Coppa UEFA (oggi Europa League) del 1989.

Il Napoli aveva il 2-3% di possibilità di vincere la Champions. In Europa League le percentuali sono decisamente diverse.

Dopo Liverpool Ancelotti è tenuto a fare le richieste che ritiene opportune per migliorare la squadra per vincere l’Europa League. De Laurentiis è obbligato ad assecondarlo, visto che come più volte ha ribadito lui stesso si fida di Ancelotti.

La vita insegna: si chiude una porta (la Champions) si apre un portone (l’Europa League).

Forza Napoli ti aspettiamo a Baku.