Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere dello Sport”. Questi i passaggi più significativi dell’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul quotidiano sportivo romano oggi in edicola.
“Napoli e Juventus sono i due club che sono riusciti a rianimarsi dopo gli sconquassi del passato, il fallimento per noi e Calciopoli per loro. Si possono considerare due regine europee da fare anche invidia ad altre Nazioni.
Riferimento all’apertura agli ospiti? Senza entrare nel merito della decisione, non posso notare la diversità di trattamento dell’Osservatorio che, con leggerezza, permette agli juventini di venire a Napoli, mentre è stato vietato ai nostri tifosi di andare a Torino.
Sarebbe bello poter far vivere questa nottata a chi vorrà esserci in uno stadio bello come lo è quello della Juventus. A breve firmeremo una convenzione con il Comune per un decennio e dopo le Universiadi cominceremo, mi auguro, a ragionare su un impianto all’altezza di una squadra che da quando è rinata ha dimostrato sempre di volersi migliorare e di puntare in alto.
Le ferite, quando sono profonde, restano nell’anima e non nella carne. E quella è aperta e lo resterà per un po’, penso. Che gatta ci covi, sulla conduzione dei campionati, è un sospetto di parecchi, mica il mio.
Il Var è stato istituito per evitare errori arbitrali. E se non viene usato con coscienza, pensar male è inevitabile. E di dubbi ne ho avuti tanti nella passata stagione.
Ancelotti per sempre a Napoli? Mi farebbe il regalo più bello della mia esistenza. Mi permetterebbe di andare più spesso a Los Angeles come non ho fatto in questi 15 anni.
Icardi? Non facciamo collezioni di numeri 9. Abbiamo abbassato l’età media. Lozano e Fornals mi piacciono ma questo non basta, come sapete. Ogni anno entrano nuovi attori, che mesi prima non godevano di attenzione: noi stiamo al gioco, anche se adesso le figure dei procuratori rendono più complicate situazioni apparentemente semplici.
Milik e Zielisnki fanno parte della famiglia. E a meno che qualcuno di noi non si innamori di altri, immagino che siano dei nostri anche in futuro e per lungo tempo”.