Intervenuto al convegno “Ricostruire: La parola alle imprese” che si è tenuto presso il Palazzetto dello sport di Castel di Sangro in Abruzzo, sede del ritiro azzurro, il presidente De Laurentiis ha parlato del momento del calcio italiano.
Questi alcuni passaggi delle sue dichiarazioni.
“In Serie A di 20 società, la mia è l’unica non indebitata, anzi ha una riserva di liquidità notevole, in un contesto comunque difficile perché se lavori in modo corretto porti a casa i risultati.
Il calcio italiano va rivisitato con regole diverse. Bisogna stabilire il rispetto per i tifosi, il campionato deve essere prioritario ed invece sembriamo dipendenti dell’Uefa. Ceferin esiste in funzione dei paesi e dei club, non noi in sua funzione.
I casi di covid aumentano e siamo ancora lontani da un vaccino. Il problema è di capire se dobbiamo lavorare per la nazionale di Mancini o per i tifosi napoletani, la Juve per i tifosi juventini e così via.
Poi ci sono gli stadi chiusi e quindi auto-castrazione e significa essere degli stupidi. La Figc aspetta la Lega ma i club non sono capaci di decidere. I 20 club, tranne il Napoli, hanno collezionato 3 miliardi di debiti, questo va bene? Per la Figc non sarebbero neanche ammissibili.
Il povero Gravina dice: cosa devo fare? Non partiamo? Solo quattro squadre dovrebbero iniziare?
Io ero l’unico che mi battevo per i 5 cambi, prima ancora per la panchina, si mandavano i giocatori pagati in tribuna durante le partite. Poi c’è il fair play finanziario per chi fa le coppe, gli altri 13 non partecipano e su molte scelte vai in minoranza in assemblea.
Presi il Napoli senza sapere nulla di calcio. Profumo di Unicredit e mi disse ti do tutto quello che vuoi, quanto vuoi per i film in america, ma il calcio no, tu pensa che siamo interisti e non gli abbiamo dato 1 euro a Moratti. Misi miei soldi personali per prendere il Napoli e non me ne sono mai pentito ed ho avuto ragione”.