La lettera con minaccia velata (ma non tanto) firmata da UEFA ed ECA [LEGGI QUI] ha trasmesso agli amanti del calcio una sensazione di arroganza del potere e in alcuni ha addirittura trasmesso una sensazione malavitosa.
Una minaccia che rischia di diventare un boomerang e quindi ridicola: cosa farebbe Agnelli, presidente dell’ECA e firmatario della lettera, se proprio la Serie A non dovesse riprendere? Escluderebbe dalla Champions la sua Juventus? Nessuno ci crede.
Sarà un caso ma a meno di 24 ore dalla lettera firmata da Agnelli e Ceferin si registra una posizione più morbida dell’albanese Duka, membro dell’esecutivo UEFA, che ha indicato nel 3 agosto la data limite entro la quale terminare i campionati. Poi ogni Lega sarebbe autorizzata a decidere come meglio crede.
Inoltre il presidente del Coni Malagò ha detto che la Serie A vorrebbe ripartire il 20 maggio.
20 maggio la ripartenza della Serie A e 3 agosto il termine limite per terminare almeno i campionati nazionali.
Se le condizioni sanitarie davvero dovessero consentirlo, partendo il 20 maggio a porte rigorosamente chiuse (ma è calcio senza i tifosi?) e giocando sempre mercoledì-domenica-mercoledì in effetti per mercoledì 8 luglio si riuscirebbero a terminare sia il campionato che la Coppa Italia.
Infatti per completare entrambe le competizioni servono 15 date utili: 13 per completare il campionato (per le 12 giornate ancora da giocare e per i 4 recuperi della 25esima giornata) e 2 per completare la Coppa (le due semifinali di ritorno e la finalissima).
Terminate le competizioni nazionali si potrebbe pensare di completare anche la Champions League e l’Europa League.
Per completare le due competizioni europee, con i format attuali e giocando sempre domenica-mercoledì-domenica, partendo da domenica 12 luglio con gli ottavi di finale la finalissima Champions che per tradizione chiude la stagione calcistica si giocherebbe domenica 2 agosto.
Ovviamente la speranza è che tutte le nazioni entro l’8 luglio vincano la battaglia con il coronavirus e riescano a completare le rispettive competizioni nazionali.
E se non si dovesse partire il 20 maggio o se non tutte le nazioni riuscissero a completare le rispettive competizioni nazionali entro l’8 luglio che succederebbe?
C’è una data limite entro la quale la stagione 2019-20 non può proprio andare ed è quella del 20 settembre.
Infatti entro quella data è necessario far partire i preliminari delle nuove coppe europee in modo da avere a disposizione le 74 date utili che servirebbero all’UEFA per completare in maniera regolare il calendario internazionale della stagione 2020-21. In tempo utile per giocare gli Europei nell’estate 2021 ormai non più rinviabili.
Ma partire entro il 20 settembre a patto che:
- si giochi sempre tutti i mercoledì e tutte le domeniche;
- non ci sia nessuna pausa natalizia;
- sia dedicata alle nazionali una sola sosta per permettere alle squadre impegnate nei play-off di determinare la qualificate alla fase finale degli Europei.
Per ogni sosta per la nazionali in più bisognerebbe anticipare la partenza della nuova stagione di ben sette giorni (quindi ad esempio, aggiungendone un’altra la data limite non sarebbe più il 20 settembre ma il 13 settembre). Aggiungendo poi un’eventuale pausa natalizia si dovrebbe anticipare l’inizio di altri tre giorni (quindi 9 settembre). Ma è soprattutto il rischio infortuni che correrebbero i calciatori giocando per tutta la stagione ogni tre giorni senza mai riposarsi, trasferimenti compresi, a creare allarme e diffidenza.
Ma non è solo un problema di date.
Senza soffermarci sui rischi che correrebbero i calciatori anche giocando tre volte a settimana dopo oltre 2 mesi di stop [LEGGI QUI], ci sarebbe poi da valutare come gestire le proroghe dei contratti in scadenza dei calciatori e come svolgere il calciomercato senza falsare le partite della prossima stagione.