Giuntoli: “Kvara preso per 10 milioni, Spalletti un talento, ecco perché non ha funzionato la rivoluzione Ancelotti”

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Il DS del Napoli Cristiano Giuntoli ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.

“La prima volta che ho visto Khvicha (Kvaratskhelia n.d.r) in un video eravamo nel cuore del lockdown. Lui avrà avuto diciannove anni, ma già bravo con i piedi. C’era ancora Rino e ci piacque subito, ricordo che chiamammo Kaladze per saperne di più. Ci chiesero trenta milioni. Quando a febbraio scoppiò il conflitto in Ucraina, lui tornò in Georgia alla Dinamo Batumi. Ci fiondammo lì con il contratto. Abbiamo chiuso per dieci milioni.

Ronaldo? Noi volevamo investire su una squadra giovane. Navas è un’altra storia che si è chiusa a metà. Gennaio? No, diamo fiducia a Meret. Siamo contenti che sia rimasto.

Zerbin? Lo abbiamo scovato qualche anno fa nel Gozzano, faceva l’Interregionale. Con Zanoli, Gaetano e Marfella rappresenta il nostro vivaio manifatturiero.

Spalletti? È un talento speciale, perché non ha un solo spartito. È un camaleonte, cambia l’allenamento per ogni partita. Fa un calcio liquido in fase di possesso e solido in fase di non possesso. Alterna palleggio e verticalità. È il più completo di tutti. Il Liverpool gli ha dato campo, e lui ha fatto con Klopp quello che Klopp fa con gli altri. Lo ha steso.

Ancelotti? Il suo arrivo fu una rivoluzione epocale. In uno spogliatoio di venticinque calciatori che avevano sfiorato lo scudetto con Sarri, ne cambiammo quindici in due anni. Tutti i calciatori amavano Carlo, ma inconsciamente rifiutavano i cambiamenti tattici che lui voleva imporre. Ci fu una resistenza inconscia, che qualche risultato negativo fece più forte”.