Gravina contro il CONI (e la giustizia): “C’erano state due sentenze federali”

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In un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport oggi in edicola il presidente della FIGC Garbiele Gravina parla della sentenza del CONI e del momento del calcio.

Questi alcuni passaggi delle dichiarazioni di Gravina.

“Il collegio di garanzia ha un ruolo ben chiaro nella giustizia sportiva, è la nostra cassazione. Ma è un giudice di legittimità, non dovrebbe entrare nel merito e diventare un terzo grado di giudizio. Urge un chiarimento legislativo. Altrimenti saremo costretti a ricorrere al TAR e poi al Consiglio di Stato contro le sentenze del Coni. I pareri delle ASL erano due, di segno diverso, ed erano stati valutati da due giudizi federali di merito, che hanno ritenuto applicabile il protocollo. Non intendo discutere della sentenza, pongo un problema di funzionalità del sistema di giustizia sportiva.

Superlega? E’ un’ipotesi che non considero proprio. E mi rimetto a quanto assicurato dall’Uefa: la Superlega non si fa. Ma non credo che Agnelli parlasse di quello. L’obiettivo è un altro: far crescere il calcio, rafforzare la Champions dal 2024, senza mortificare i campionati nazionali. Nessuno che ami il calcio potrebbe cavalcare rivoluzioni che modifichino gli equilibri della democrazia sportiva.

Qui si tratta di salvare il calcio. Il calcio versa 1,3 miliardi in tasse. La via è stretta e richiede una presa di coscienza collettiva da parte dell’intero movimento. Questo è il passaggio che ci attende se vogliamo salvaguardare il sistema. Il Governo può prendere atto che questo sport finanzia le casse pubbliche versando 1,3 miliardi di tasse l’anno. Per ogni euro che riceve dallo Stato, il calcio ne restituisce 16,2. Non chiedo ristori, che pure sarebbero giusti ma che nessuno fin qui ha ricevuto. Ma almeno agevolazioni fiscali concrete”.