Rizzoli con le dichiarazioni rese dopo l’incontro di Milano tra arbitri e allenatori intendeva forse tranquillizzare i tifosi e gli sportivi sulle prestazioni arbitrali. Beh, si può dire affermare senza paura di smentita che l’obiettivo non è stato raggiunto.
Bisogna apprezzare però la sua insoddisfazione da designatore degli arbitri di Serie A per i sette errori che con il VAR potevano evitarsi.
Meno condivisibile la posizione di Rizzoli su due punti: VAR a chiamata e mancata espulsione di Benatia.
Il VAR a chiamata.
Rizzoli: “Serve solo a tranquillizzare persone che in quel momento cercano di avere delle conferme o sperano di ottenere qualcosa (…) Entriamo in un merito di cultura che essenzialmente è il fatto di non fidarsi”.
Più che parlare di “fatto di non fidarsi” e di “sperano di ottenere qualcosa”, sarebbe opportuno parlare di speranza di non vedere più i tanti episodi, diciamolo pure scandalosi e nel 99% unidirezionali. Episodi che hanno allontanato tanti sportivi dal calcio e forse deciso anche l’assegnazione di non pochi scudetti negli ultimi trenta anni.
Una proposta. Perchè nella sala del VAR non permettere l’accesso di un dirigente responsabile a squadra e garante dei tifosi al quale fosse consentito di ascoltare i dialoghi VAR-arbitro e con la possibilità di chiamare l’intervento del VAR massimo due volte a partita? Ad esempio nell’ultimo Milan-Juventus magari i rossoneri avrebbero visto assegnati a loro favore due rigori sacrosanti oltre quello sbagliato da Higuain.
La mancata espulsione di Benatia.
Rizzoli: “Il mani di Benatia poteva portare al rosso se l’arbitro avesse la certezza che quello di Higuain era un controllo di palla. Se invece viene considerata come anticipo dell’avversario, può essere punita solo con il rigore, com’è stato fatto”.
Premesso che Mazzoleni, il cui curriculum non è immune da ‘ombre cinesi’, non è stato in grado neanche di vedere il fallo di mano di Benatia come avrebbe potuto ‘indovinare’ se quello di Higuain fosse un controllo di palla o un semplice anticipo dell’avversario? Dispiace che Rizzoli sembra non volersi preoccupare di agevolare il compito degli arbitri in campo. Eppure basterebbe proporre una semplice modifica al regolamento sul fallo di mano volontario. Eliminare la parte “interrompendo una promettente azione d’attacco avversaria” che prevede la discrezionalità dell’arbitro, inserendo l’obbligo di ammonizione per il fallo di mano volontario anche se commesso a metà campo. Fermo restando l’espulsione diretta quando prevista dal regolamento.
Chiudiamo con la chicca finale di Rizzoli sulle proteste dei calciatori: “Nelle prime 120 partite, c’è un +20% di ammonizioni rispetto all’anno scorso, e buona parte sono per proteste. Accerchiare l’arbitro in 3-4 vuol dire mettere pressione. L’arbitro sta in silenzio, chiede al capitano di allontanare gli altri, altrimenti uno viene ammonito“.
Benissimo era ora. Magari è la volta buona che qualche squadra abituata a questi atteggiamenti, vedrà FINALMENTE crescere la propria statistica delle ammonizioni. Ma davvero un Calvarese o un Banti, piuttosto che un Mazzoleni o un Valeri saranno SEMPRE disposti a distribuire così tante ammonizioni? Oppure anche in questo caso sarà determinante la famigerata discrezionalità nel calcolo della distanza dei 3-4 calciatori dall’arbitro e del tempo a disposizione del capitano per allontanare i compagni?
Ne vedremo delle belle!