Sembra ieri quella gara con il Frosinone al San Paolo. Sembra ieri quel gol segnato in acrobazia sotto la strana pioggia del maggio 2016. Sembra ieri che ha cancellato in un colpo solo dal libro dei record della Serie A i nomi dell’interista Angelillo e del milanista Nordhal.
Lui, Gonzalo Higuain, ha fatto tutto questo con la maglia del Napoli proprio con la stessa maglia con la quale il suo connazionale Maradona è entrato nelle leggenda del calcio 29 anni prima.
Higuain, il francese di Argentina, poteva seguire Re Diego nella gloria calcistica eterna e invece ha chiuso la porta in faccia alla storia scegliendo la gloria effimera di vincere lo scudetto con la maglia della Juventus semplicemente emulando i Matri e i Vucinic, i Borriello e gli Anelka.
Higuain in cuor suo sapeva di aver fatto la scelta sbagliata lasciando Napoli e i suoi sudditi partenopei, passando in breve tempo da Re di Partenope a ‘giullare’ di corte del calcio.
Quel “Es tu colpa” rivolto a De Laurentiis forse era più un atto di autoaccusa per aver rinunciato con troppa leggerezza al trono di Partenope sapendo che nessuno lo avrebbe amato come lo è stato a Napoli e che sarebbe stato scaricato senza pietà prima dalla Juventus, poi dal Milan, quindi dall’Argentina e infine anche dal Chelsea e i suoi tifosi.
Ma alla fine chissà se si è mai chiesto nell’idioma del regno abbandonato, per qualcuno anche tradito:
“Ma c’aggio fatto? Ma chi me l’ha fatt’ fà’?”.
Quei 36 gol in un campionato solo hanno unito in maniera indelebile il nome di Higuian al Napoli. Un record che oggi sa tanto di reciproca malinconia, proprio come malinconico è il suo precoce declino.