Il ciclone De Laurentiis: quando le idee e i contenuti giusti si scontrano con la tempistica sbagliata

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Non c’è che dire quando De Laurentiis rilascia dichiarazioni pubbliche fa più spettacolo e rumore dei fuochi d’artificio a Capodanno. 

Un primato nel calcio italiano di sicuro il presidente del Napoli lo detiene: nessuno come lui è capace di dividere l’opinione pubblica in due opposte fazioni. Neanche Lotito e Preziosi riescono a tenergli testa.

Le idee di De Laurentiis, i contenuti delle sue dichiarazioni sono però davvero difficili da criticare.

Alzi pure la mano chi su Insigne non pensa la stessa cosa di De Laurentiis. Così come alzi pure la mano chi pensa che i calciatori che vanno a giocare in Cina lo fanno per il campionato competitivo e non per i soldi.

Soprattutto alzi la mano chi con l’attuale budget a disposizione del Napoli, che forse ha già fatto il passo più lungo della gamba per quanto riguarda il monte ingaggi, rinnoverebbe a due 33enni il contratto per tre anni a cifre superiori alle attuali (in milioni di euro lordi annui 7,4 Mertens e 5,5 Callejon). Se davvero come dicono (ma c’è da credergli a occhi chiusi) amano Napoli e non vorrebbero lasciarla, Mertens e Callejon dovrebbero capire anche le esigenze economiche del club. Così come è giusto che se dovessero andar via, tutti dovrebbero comprendere che a 33 anni un calciatore cerchi l’ultimo contratto della vita.

Sulle possibili cessioni di Koulibaly e Fabiàn nulla di nuovo. Se clubs storicamente prestigiosi per i quali lottare per vincere la Champions è la normalità offrono anche ingaggi faraonici, per il Napoli (ma non solo) è impossibile trattenere giocatori del livello di Koulibaly o Fabiàn. Anzi a determinate cifre il Napoli DEVE CEDERLI per poi ottimizzare quanto incassato come fatto da Benitez con in soldi di Cavani.

Purtroppo c’è l’altra faccia della medaglia.

Se le idee e i contenuti delle dichiarazioni di De Laurentiis possono anche essere condivisibili, meno condivisibile è la tempistica nel toccare certi argomenti. Soprattutto se si considera che si è in un momento delicato della stagione.

Così come davvero piace poco ai tifosi e non solo, quel modo ‘poco affettuoso’ di interrompere i rapporti con calciatori che hanno dato tanto al Napoli e che magari si potrebbero salutare senza rancori.

Ma ormai De Laurentiis un po’ tutti hanno imparato a conoscerlo in questi quindici anni che hanno visto il Napoli dal nulla diventare uno dei primi venti club al mondo.

Magari tanta ‘carica agonistica’ del presidente sarebbe stato bello vederla anche nel recriminare per i rigori non dati al Napoli con Cagliari e Torino e che oggi avrebbero potuto vedere la ‘creatura’ di De Laurentiis a solo un punto dalla capolista.

Ma questa è un’altra storia.