La stagione 2017-18 non è proprio terminata. C’è da giocare ancora la finale di Champions e i mondiali in programma tra giugno e luglio in Russia. In Russia ci sarà anche un pò di Napoli con Reina, Maksimovic e, soprattutto, Mertens, Mario Rui, Koulibaly, Milik e Zielinski. Per il Napoli invece è calato il sipario con il secondo posto in campionato, l’eliminazione ai gironi di Champions dopo aver vinto i preliminari, l’eliminazione nei sedicesimi di finale di Europa League e infine l’eliminazione nei quarti di Coppa Italia.
Come da tradizione a fine stagione è tempo di bilanci e…di pagelloni. Giusto così per divertirsi e anche per offrire un motivo di dibattito.
Cliccando sul nome di ogni singolo calciatore è possibile leggere per ognuno la scheda e le statistiche stagionali.
Reina: 7,5 – La leadership – Qualche errore lo ha commesso ma l’unico che ha pesato sul risultato è quello contro lo Shakhtar nella prima giornata di Champions. In campionato invece gli errori non hanno tolto nulla mentre alcune parate hanno permesso al Napoli di conquistare punti importanti. Da non trascurare il suo contributo al giro palla e ai disimpegni difensivi dei compagni.
RAFAEL: 8 – La professionalità – Il voto gli è dovuto per la grande professionalità e lo spirito di gruppo con i quali ha vissuto questi anni da terzo portiere, lui che era un nazionale brasiliano. Sempre il primo a gioire ed esultare ai gol dei compagni. Un forte in bocca al lupo per il futuro all’eroe di Doha.
SEPE: 6 – Il sacrificato al regolamento – Titolare nelle due gare di Coppa Italia e una in campionato ha dimostrato tanta tranquillità, ma certamente non ha la personalità di Reina necessaria per sopportare il peso del San Paolo. Diciamo che se non fosse per la norma sul tetto delle rose che impone quattro calciatori cresciuti nel vivaio sarebbe già altrove.
HYSAJ: 7,5 – Il moto perpetuo – Una stagione di alti e bassi dove ha alternato cose egregie ad attimi di confusione. Il suo prossimo step è migliorare nelle conclusioni a rete e nella rifinitura per i compagni.
MAGGIO: 7 – La bandiera – Un professionista esemplare, davvero innamorato della maglia che ha onorato per dieci anni. Quando è stato chiamato in causa ha sempre dato un valido contributo. Ci mancherà.
ALBIOL: 8 – L’imperatore – Una stagione giocata ad alto livello. Certamente qualche errore umano lo ha commesso, ma il suo rendimento è degno del campione del mondo e d’Europa qual è.
KOULIBALY: 9 – La grande muraglia – Una crescita esponenziale la sua, uno strapotere fisico impressionante sigillato da quel gol-vittoria con la Juventus. Un difensore da Barcellona e Real Madrid, ma il Napoli se vuole vincere deve ripartire innanzitutto da lui.
TONELLI: 6 – La simpatia – Tra campionato ed Europa League ha giocato appena sei gare ma si è fatto trovare pronto giocando le sue oneste partite segnando anche un gol.
CHIRICHES: 6 – La tranquillità – Anche lui quando è stato chiamato a sostituire uno tra Albiol e Koulibaly ha dimostrato di essere una valida alternativa per far rifiatare la coppia titolare almeno in quelle partite con squadre di seconda e terza fascia.
MAKSIMOVIC: S.V – Il russo – Non si è mai inserito negli schemi di Sarri. Colpa sua? Colpa dell’allenatore? Fatto sta che giustamente a gennaio ha scelto la Russia per non perdere la convocazione per il mondiale.
GHOULAM: 7,5 – Otto polmoni – Questo è il voto che merita per le prestazioni di alto livello che ha fornito prima che la sfortuna lo perseguitasse. Inizio di stagione che lo ha lanciato nella top five dei migliori esterni difensivi di sinistra.
MARIO RUI: 7,5 – La sorpresa – Reduce da infortunio ha iniziato la stagione da comprimario. L’infortunio di Ghoulam ha dato la possibilità ai napoletani di ammirare un terzino bravo tecnicamente e attento nella fase difensiva. La vera piacevole sorpresa di questa stagione del Napoli.
MILIC: N.G. – Lo sparring partner – Preso a gennaio solo per fare numero in allenamento.
ALLAN: 8 – Il guerriero – Il recupera palloni della squadra. L’ultimo ad arrendersi, prezioso in interdizione, propositivo nella costruzione del gioco e nelle conclusioni come dimostrano i quattro gol all’attivo. Un altro punto fermo per far ripartire il sogno.
ROG: N.G. – L’incognita – Pochi minuti a partita non permettono di giudicare un calciatore arrivato a Napoli con bel altre referenze anche a livello di esperienza in Champions. Ha tanta personalità ma la sua irruenza è forse il suo limite. Ha delle qualità che andavano sfruttate di più. Difficile anche dire se si può puntare su di lui per un futuro ambizioso della squadra.
DIAWARA: 5 – L’involuzione – Tra i più deludenti della stagione. E’ ancora giovane e ha tanta personalità come dimostra il rigore realizzato a Manchetser in un momento difficile del Napoli e la freddezza che gli ha permesso di segnare il gol vittoria contro il Chievo. Però è innegabile che quest’anno abbia avuto un’involuzione preoccupante, ma sicuramente ha ampi margini di miglioramento.
JORGINHO: 7,5 – Il faro – Grande senso della posizione che in fase di interdizione lo aiuta a sopperire alla poca rapidità e velocità di movimento. La velocità di pensiero invece è fondamentale per lo sviluppo della manovra secondo quanto previsto dal credo di mister Sarri.
ZIELINSKI: 6,5 – Il discontinuo – La tecnica individuale, i cambi di direzione e i cambi di passo sono devastanti, così come la pericolosità in zona gol. In questa stagione ha però peccato in continuità e se dovesse colmare questa lacuna…..
HAMSIK: 6,5 – IL capitano recordman – Importante per la fluidità della manovra e riferimento in campo per i compagni, ma il suo rendimento non è stato al top così come il contributo in fase realizzativa non è stato allo splendido livello delle annate precedenti. Ma il capitano non si discute, soprattutto dopo i tanti record raggiunti in maglia azzurra.
MACHACH: N.G. – Il ribelle – Difficile capire il senso del suo ingaggio tranne se non considerarlo in ottica plusvalenza.
CALLEJON: 7,5 – Il leader silenzioso – Inizio di stagione travolgente, calato vistosamente nella seconda parte facendo mancare il suo prezioso contributo in entrambe le fasi. In ogni caso 12 gol e 13 assist vincenti sono un bottino niente male per una stagione non proprio al top.
OUNAS: N.G. – Il giovanotto – Si è fatto apprezzare per una buona tecnica individuale e per la rapidità di esecuzione, un pò meno per la personalità anche perchè non ha sentito la totale fiducia del suo allenatore. Forse avrebbe avuto più giovamento se a gennaio fosse stato ceduto in prestito e giocare così con più continuità.
MERTENS: 7,5 – Il capocannoniere – Nel girone di ritorno non ha reso come aveva abituato i tifosi nel girone di andata e nello scorso campionato. Ha tirato la carretta per gran parte della stagione non avendo alternative valide.
MILIK: 7 – Il fiuto del gol – Come Ghoulam la sfortuna lo ha frenato in quella che doveva e poteva essere l’annata della sua consacrazione in azzurro. Ha tolto a Sarri e alla squadra una valida alternativa tattica e un contributo che sarebbe tornato utile per sbloccare qualche partita con difese chiuse a riccio. L’unico neo è il gol non segnato contro il Milan a San Siro. La sua elevata media gol fa ben sperare per un futuro da bomber di razza.
GIACCHERINI: 5 – Lo scontento – Ha dato l’impressione di non essersi mai inserito in un gruppo splendido, preoccupato più di lamentarsi per il poco utilizzo che nel dimostrare di essere una valida alternativa. La sua partenza a gennaio non ha tolto nè dato nulla di più al Napoli.
INSIGNE: 8 – Il trascinatore – Giocate sublimi e assist al bacio per i compagni. Durante la stagione nei momenti di difficoltà si è spesso caricato sulle spalle la squadra trascinandola alla vittoria. Un mezzo voto in meno per quella reazione ai fischi del pubblico nella gara con il Chievo e per l’ossessiva ricerca della conclusione a giro quando invece avrebbe potuto calciare di potenza. Manca qualche gol per un’annata comunque da ricordare.
SARRI: 8 – Il comandante – La squadra è stato uno spettacolo bello da vedere e divertente per tutti gli appassionati di calcio, non solo napoletani. Raggiungere 91 punti in campionato e non vincere lo scudetto inibirebbe ogni critica, ma mister Sarri dovrebbe chiedersi se quella di rinunciare ad essere competitivi nelle coppe e al limitato utilizzo di alcuni calciatori in rosa, sia stata la scelta giusta. Non resta che dirgli grazie per aver regalato ai tifosi un’annata speciale per il divertimento e le emozioni vissute.