Incredibile Moggi: “Resto vicino alla mia Juve, Agnelli è stato con noi 12 anni e ha imparato tutto”

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L’Italia è forse il Paese più democratico del mondo. Probabilmente anche quello più pronto a dare credibilità e visibilità a un personaggio radiato dal mondo del calcio dopo il processo dello scandalo ‘Calciopoli’.

E’ una conclusione alla quale sono arrivati in tanti dopo aver letto l’intervista che Luciano Moggi ha rilasciato al ‘Corriere dello Sport’.

Questi alcuni passaggi dell’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul ‘Corriere dello Sport’ oggi in edicola:

“Il calcio resta la mia vita, anche se quello di oggi mi fa schifo. Anche volendo, non potrei starne fuori. Continuano a telefonarmi. Mi chiedono consigli. Dessi retta a tutti, oggi avrei più lavoro di prima. Chi mi chiama? Gli amici. Ne ho tanti ancora nel calcio. Ma resto vicino alla mia Juve. Con Andrea Agnelli mi sento spesso. E’ un ragazzo sveglio. E’ stato con noi 12 anni e ha imparato tutto. 

Scudetto? Lo vince l’Inter alla grande. Conosco poco Spalletti, mi sembra un prete quando parla, ma hanno fatto una gran squadra. La Roma ha venduto certezze e comprato speranze. Il problema lì è che si fabbricano eroi in dieci minuti, vedi Kluivert. Il Napoli è da primi posti, ma non vedo come possa vincere. Ancelotti? Grande allenatore, non si discute, oltre che un ragazzo eccezionale, ma non può bastare. 

Ancelotti quando è arrivato alla Juve non aveva l’esperienza giusta e comunque fece due buoni campionati con noi. Ci hanno sfilato due scudetti, il primo anno con Collina e il diluvio di Perugia, il secondo quando fu permesso alla Roma di schierare Nakata contro di noi a Torino, poi decisivo”.