La sentenza del Collegio di Garanzia del CONI ha riconosciuto il reale impedimento che non ha permesso al Napoli di raggiungere Torino per giocare la gara con la Juventus.
Una sconfitta senza appello e da DIMISSIONI IMMEDIATE per chi ha emesso le prime due sentenze.
Sentenze che sembrano compilate più dalla mente di un ‘fedele’ alle istituzioni calcistiche e dalla mente di un tifoso, piuttosto che da rappresentanti ‘liberi’ della Giustizia.
Quell’autogol di Lega e FIGC nel protocollo che prevede l’intervento delle AUTORITA’ DELLO STATO PER LA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA, non andava proprio ‘segnato’.
Toccava a LORO assumersi ogni responsabilità di possibili contagi senza scaricarli sui presidenti e i medici dei club.
Ma una volta ‘segnato’ in maniera indelebile quell’autogol, NON poteva essere ignorato soprattutto dal Giudice Sportivo e da quello della Corte di Appello Federale.
A proposito della Corte di Appello Federale.
Sarebbero gradite, oltre le dimissioni logiche in un Paese normale, le scuse per aver accusato il Napoli di “violazione dei fondamentali principi sui quali si basa l’ordinamento sportivo, ovvero la lealtà, la correttezza e la probità”.
Ma la sentenza del CONI ha messo a nudo l’ormai cronica disonestà intellettuale di chi scrive, parla e opina SOLO per tirare l’acqua ad un solo mulino.
Questa sottomessa disonestà intellettuale sta mortificando da troppo tempo i valori dello sport, della Giustizia e delle professioni che rappresentano. Soprattutto hanno arrecato un danno incalcolabile alla credibilità del ‘prodotto’ calcio italiano.
Ma con il Napoli festeggia anche il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Ai microfoni di Sky, la sera della partita non giocata, ha dichiarato che a lui e alla Juventus piace vincere sul campo.
Bene, ora è stato accontentato.
E se la Juventus dovesse meritare la vittoria senza che nessuno scenda in campo oltre i ventidue calciatori, Napoli e i napoletani saranno i primi ad applaudirla e ha riconoscerne i meriti.
Chiedere al Milan campione d’Italia nel 1988.