La Serie A e il coronavirus: da Ferrero a Galliani, da Infantino ai paragoni atleti e fabbriche

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Ancora una giornata caratterizzata dall’inseguirsi di pareri contrastanti e di voci sulla possibile ripresa degli allenamenti e, si spera, dei campionati.  

Il taglio degli stipendi dei calciatori è uno degli argomenti più caldi. E’ ancora forte il contrasto tra Assocalciatori e Assoallenatori con i club della Lega di Serie A. Alla fine si troverà un’accordo, anche se per Montervino “Non è giusto far pagare ai calciatori la crisi che sta vivendo il calcio, anche se sicuramente dovranno rinunciare a qualcosa”. Per Savoldi invece “Non dovrebbero esserci questioni, una parte andrebbe devoluta in beneficenza. Parlo ovviamente dei giocatori di serie A”.

Ripartire sì o no? Per il presidente della Sampdoria Ferrero meglio organizzarsi per chiudere qui il campionato contrario a giocare a porte chiuse. Come dargli torto. Anche il presidente del Brescia Cellino non vuole evitare la ripartenza per rispetto della tristezza dei bresciani.  D’accordo in parte anche Galliani, amministratore delegato del ‘nuovo’ Monza di Berlusconi, che considera terribile il calcio a porte chiuse. Però Galliani è favorevole alla ripartenza per evitare il collasso del calcio italiano, sottolineando che le squadre che rischiano la retrocessione sono quelle che spingono per non ripartire.

Infantino avvisa. A proposito di far ripartire il calcio. Il presidente della FIFA Infantino ha avvisato tutti: “Si gioca solo quando si starà bene”.

Il paragone legittimo ma incompleto. Da più parti si chiedono il perché possono ripartire le fabbriche e non gli atleti? Al di là del fatto che la riapertura delle fabbriche e di qualunque altra attività lavorativa è fondamentale per la sopravvivenza del Paese, se proprio si vuole insistere su questi paragoni sarebbe opportuno anche chiedersi quale fabbrica o quale imprenditore potrebbe mai continuare la propria attività con un passivo di bilancio di 300-400-500 milioni di euro ed oltre…alle società di calcio questo privilegio è consentito.