Da Udine il Napoli torna con due note positive: i tre punti e l’abbraccio di gruppo dopo il gol di Bakayoko.
Magari quell’abbraccio è frutto anche del diritto-dovere di cronaca e di critica, troppo superficialmente definito “stronzate”, che tante volte aiuta a cementare un gruppo stimolandone una positiva reazione sul campo. Ricordate l’Italia di Bearzot ai mondiali in Spagna?
Invece di attaccarsi ad alibi inconsistenti su ciò che dice o scrive la piazza, sarebbe bello dare risposte concrete su diversi aspetti di questo Napoli.
Come ad esempio sulla gestione di Meret.
Se il centrocampo con Bakayoko, Fabiàn e Zielinski è ben assortito.
Se esiste un’alternativa tattica alle verticalizzazioni che garantiva la presenza di Osimhen.
Se i tanto inflazionati “veleno” e “annusare il pericolo” sono cose che deve trasmettere l’allenatore o che invece vanno ricercati in sede di mercato in calciatori abituati a giocare in grandi club.
Queste sì che sarebbero risposte interessanti da avere. Altro che sapere se un calciatore preferisce la pizza o la mozzarella piuttosto che le ormai ripetitive e scontate risposte sui rinnovi dei contratti.
Il gol da tre punti di Bakayoko a Udine potrebbe anzi, deve essere la scintilla giusta per voltare pagina.
Ma deve essere una scintilla diversa da quella che ha portato al deludente pareggio in casa con il Torino arrivato dopo la sentenza del CONI.
Il punto di penalizzazione restituito e la possibilità di giocare la partita con la Juventus invece di trasmettere il desiderio di mangiarsi il campo, Torino compreso, con tanto di erba e pali e traverse, ha finito per ‘saziare’ una squadra che forse non ha ben chiaro che in questo campionato anomalo tutto è possibile.
Sia sognare che fallire.
Buon Forza Napoli a tutti!