Milik feeling con il gol da attaccante top, ma con il Milan però tocca a Mertens per tre motivi

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Quando entra dalla panchina a partita in corso, Milik è bravo a dare alla squadra quel cambio di marcia che è stato decisivo soprattutto nella gara vinta contro il Chievo.  

La settimana che ha preceduto la sfida di domani a San Siro, è stata animata anche dal dibattito sull’opportunità di lanciare il polacco fin dal primo minuto già contro il Milan.

Certo è che la media gol di Milik è davvero impressionante soprattutto se si considera che a causa dei due gravi infortuni, i minuti che ha giocato sono soprattutto lassi di tempo riferiti a spezzoni finali di partita.

Nel campionato 2016-2017 Milik ha giocato 491 minuti realizzando 5 gol, con una media di un gol ogni 98,5 minuti. In pratica quasi un gol a partita. Considerando tutte le competizioni Milik ha invece giocato 828 minuti realizzando 8 gol con una media di un gol ogni 103,5 minuti.

Nel campionato 2017-2018, Milik finora ha giocato 192 minuti e ha già segnato 2 gol con una media di un gol ogni 96 minuti confermando così la proiezione di quasi un gol a partita. Sono invece 3 i gol in 309 minuti giocati in tutte le competizioni con una media di un gol ogni 103 minuti.

Una media da bomber di razza non c’è dubbio. I tifosi del Napoli possono stare tranquilli che con Milik i gol sono assicurati anche in futuro.

Ma contro il Milan al centro dell’attacco dovrebbe toccare ancora a Mertens per tre semplici motivi:

  1. Milik non è ancora in condizione di giocare due partite in tre giorni. Contro l’Udinese mercoledì al San Paolo è facile immaginare che toccherà a lui guidare l’attacco. Mertens è sotto diffida e difficilmente Sarri lo utilizzerà contro l’Udinese per evitare il rischio di non averlo a disposizione poi contro la Juventus.
  2. Inoltre Milik non ha ancora il pieno ritmo partita. Schierarlo fin dall’inizio contro difensori freschi, potrebbe non avere la stessa efficacia di quando invece entra con gli avversari più stanchi.
  3. Infine, schierandolo fin dall’inizio si correrebbe il rischio di perdere quella variante tattica che è risultata utile per cambiare l’inerzia di una partita.