Il Napoli non batte neanche il Cagliari penultimo in classifica e salgono a sei le trasferte consecutive senza vittorie. Almeno si è interrotto il lungo digiuno del gol in trasferta…davvero una magra e mortificante consolazione per la squadra campione d’Italia.
Nessuno a Napoli pretendeva un nuovo scudetto, anche se magari a giugno qualcuno lo sognava dopo quanto di magnifico fatto vedere nella scorsa stagione.
Ma nessuno, neanche il più pessimista, immaginava uno scenario così mortificante per una squadra che meno di dodici mesi fa ha fatto innamorare l’intero mondo calcistico.
Gli errori estivi del presidente troppo convinto di raggiungere facilmente uno dei primi quattro posti, stanno presentando il conto alla cattiva gestione post scudetto. Stanno venendo al pettine i nodi di scelte inspiegabili tra contratti rinnovati (qualcuno poco prospettico per questioni di età) e altri non adeguati ma, soprattutto, per scelte di mercato che si spera non siano state fatte solo in base a statistiche di siti specializzati.
Ma parlare solo degli errori (determinanti) del presidente e delle ‘vintage’ gestioni tecniche di Garcia e Mazzarri, sarebbe un alibi troppo comodo per i calciatori. Anche con il terzo allenatore chiamato al capezzale del Napoli, non sembra proprio che i calciatori riescano a far seguire i fatti alle belle parole che puntualmente arricchiscono le loro dichiarazioni ai media e sui social.
“Siamo un gruppo sano”. “Siamo come una famiglia”.
Ma in gruppo sano e, soprattutto, in una famiglia la gloria del singolo viene anteposta a quella più importante di un gruppo e ancor di più di una famiglia? Perché il campo di Cagliari, con l’egoismo in zona gol di Simeone, ha confermato i segnali già visti in altre gare che raccontano di poca squadra e tanta individualità.
“Daremo il massimo per regalare gioie ai nostri tifosi”.
Gli errori visti a Cagliari, che sono più o meno gli stessi visti anche nelle gare precedenti, danno l’impressione di essere la conseguenza di atteggiamenti di calciatori poco determinati, poco concentrati, a volte poco volenterosi anche con problemi di comunicazione come probabilmente successo tra Meret e Juan Jesus in occasione del pareggio del Cagliari.
Atteggiamenti che poco si sposano con il voler dare il massimo per far contenti i tifosi.
Nessuno a Napoli ha mai preteso che Meret fosse il nuovo Jascin o Juan Jesus il nuovo Krol o Politano il nuovo Messi e così via per tutti gli altri protagonisti, ma era giusto (e oggi ancor di più) aspettarsi che nessuno di loro mortificasse lo scudetto che neanche dodici mesi hanno vinto con grande merito…anche con i loro limiti.
Buon Forza Napoli a tutti!