Non era certamente facile confermare il secondo posto dello scorso anno e ripartire con idee di gioco nuove dopo il triennio di Sarri. Soprattutto era complicato farlo in una piazza rimasta morbosamente innamorata dell’attuale allenatore del Chelsea.
Eppure il Napoli di Ancelotti è arrivato secondo. La distanza dalla Juve campione poco importa tanto ad agosto si riparte tutti da zero punti in classifica. Un secondo posto comunque accompagnato da una splendida Champions League e dai quarti di finale di quell’Europa League che la scorsa stagione è stata abbandonata ai sedicesimi di finale. Non è poco per una storia calcistica come quella del Napoli.
Se fino a dicembre il Napoli ha dato l’impressione di superare il trauma post-Sarri, desta invece qualche perplessità il rendimento degli azzurri da gennaio in poi.
Quanto ha inciso l’eliminazione in Champions per un solo gol? Quanto hanno inciso le solite ‘distrazioni’ arbitrali che hanno aiutato la Juventus nel girone di andata a ‘riconquistare’ quei punti persi con Milan, Empoli, Torino e Sampdoria e che hanno dato nuova linfa negli azzurri all’effetto Orsato? Difficile dirlo.
Però se questi sono stati fattori condizionanti della stagione del Napoli, rappresenterebbero comunque una pecca della gestione di Ancelotti alla pari della gara di Coppa Italia con il Milan e delle due di Europa League con l’Arsenal.
Ancelotti, oltre che per la sua competenza e il suo invidiabile palmares, è stato preso anche per gestire certi momenti difficili e per ‘abbattere’ quell’albergo fatale di Firenze.
Il buon ‘Carletto’ ha più volte dichiarato che non è venuto a Napoli per pettinare le bambole. Giusto credergli.
Inoltre al termine della conferenza stampa post Bologna ha anche detto che “Le indicazioni di quello che deve essere l’anno prossimo le abbiamo già (…) Abbiamo messo delle basi buone per il prossimo anno”.
Proprio le parole di Ancelotti rinviano il bilancio di questa stagione al termine della prossima. Solo a maggio 2020 sarà possibile sapere se il 2018-19 è da considerarsi positivo per quanto riguarda una più ‘realistica’ valutazione della rosa dal punto di vista tecnico e caratteriale. Soprattutto se è servita per ottimizzare le operazioni di mercato in entrata e in uscita.
Sarri ha dimostrato che le idee da sole non bastano. Ancelotti ha invece dimostrato che l’allenatore pluridecorato da solo non basta. Benitez invece ha dimostrato che, oltre la fortuna e gli episodi a favore, serve il
giusto mix di idee-allenatore-mercato di alto livello (che non significa comprare Ronaldo o Messi)
Il gap si riduce o aumenta soprattutto in sede di mercato e, forse, già il prossimo 2 settembre quando chiude il calciomercato sarà possibile percepire i primi segnali dell’anno che verrà.
In ogni caso solo il 24 maggio 2020 sarà possibile sapere se Ancelotti avrà pettinato le bambole o se invece avrà onorato la sua bacheca e il suo nome come a Napoli i veri tifosi sperano e sognano.
Buon Forza Napoli a tutti!