Per il Napoli una stagione particolare in un’annata particolare tra calendari ingolfati, assenza dei tifosi e la variabile covid che sta condizionando i tornei.
Tra positivi al covid e infortuni la sfortuna non ha risparmiato nulla al Napoli in questa stagione. Si spera abbia raggiunto il massimo accanimento falcidiando la difesa proprio alla vigilia dei 20 giorni che decidono il futuro del Napoli.
Semifinale di Coppa Italia con l’Atalanta, le sfide decisive in campionato prima con la Juventus e poi ancora con l’Atalanta che precedono il derby con il Benevento, quindi la doppia sfida di Europa League con il Granada.
Al di là delle polemiche e dei malumori che stanno accompagnando la sua avventura in azzurro, Gattuso affronta questo mese di febbraio con in mano una rosa con tante spine:
- la difesa con gli uomini contati;
- le condizioni non ottimali di Osimhen e Fabiàn;
- Lobotka e Rrahmani tenuti troppo ai margini della squadra e ora pedine che diventano indispensabili (almeno Rrahmani).
Ma le squadre vere NON CERCANO ALIBI si vedono e si COMPATTANO soprattutto quando affrontano un’emergenza.
Gli allenatori bravi e coraggiosi danno il meglio proprio nei momenti di maggiore difficoltà.
Non serve a nulla piangersi addosso. Ora è il momento delle soluzioni, della grinta, del sacrificio, della concentrazione, di dare il massimo in campo e di un minimo senso di appartenenza alla maglia che si indossa per affrontare (e superare) l’emergenza.
Ora serve la massima serenità e il massimo sostegno all’allenatore e alla squadra soprattutto da parte della società.
Come diceva Rafa Benitez “Spalla a spalla”, “sin prisa pero sin pausa”.
Poi a maggio si tirano le somme.