Riprendere o no la stagione? Questo è il dilemma calcistico di questi giorni di coronavirus.
Abbiamo provato ad analizzare i vari pro e contro sulla possibile ripartenza del campionato di Serie A.
I POSSIBILI PRO.
- Contenimento delle possibili perdite economiche.
Questi mesi di stop hanno, inevitabilmente, causato danni economici in tutto il sistema calcio. Si stima che le perdite di soli diritti televisivi ammonterebbero a circa 430 milioni di euro. Da considerare anche le certe perdite al botteghino perché anche in caso di ripartenza si giocherebbe a porte chiuse. Una ripresa garantirebbe una boccata d’ossigeno, anche se minima, all’intero sistema sportivo italiano le cui entrate dipendono al 70% dal calcio stesso. Non va dimenticato che per produzione e investimenti il calcio è considerata la terza industria del paese. - ‘Piccoli’ lavoratori del mondo del calcio.
Una categoria che non sta ricevendo particolari attenzioni in queste caotiche ore di riunioni, assemblee e video conferenze è quella dei piccoli lavoratori del mondo del calcio. Parliamo di magazzinieri, staff medici, preparatori ecc. La mancanza degli introiti e da tutte quei fattori che girano intorno al campionato potrebbe anche costare il posto di lavoro a una categoria di lavoratori che, per ovvie ragioni, non ricevono stipendi paragonabili a quelli dei calciatori e che, quindi, potrebbero andare incontro a difficoltà economiche. - Verdetto del campo.
La cosa più importante è che ogni verdetto che riguarderebbe la classifica finale, sarebbe il frutto di quanto accadrebbe in campo.
I POSSIBILI CONTRO.
- Pubblico.
I tifosi sono il bello del calcio e, almeno per il momento, non gli sarebbe assolutamente concessa la possibilità di accedere agli stadi per vedere le partite. Che calcio sarebbe senza i tifosi? - Calciatori positivi, come gestirli?
E’ notizia delle ultime ore la positività di alcuni giocatori di Sampdoria, Torino e Fiorentina. Sarà difficile capire come verrebbe gestito un Covid-19 positivo a campionato in corso. Su questa problematica non sono arrivate, al momento, delucidazioni ed è anche il principale argomento di discussione tra il Comtato tecnico Scientifico e la FIGC. - Ipotesi fantasiose per non compromettere il regolare svolgimento delle stagioni successive.
Terminare la stagione in piena estate potrebbe significare anche condizionare il regolare svolgimento delle stagioni successive.
Ricordiamo che nei prossimi anni ci saranno gli Europei e i Mondiali (che nel 2022 verranno giocati in inverno.) Come conciliare una serie di partite e di competizione che andrebbero a sovrapporsi? Dall’UEFA negli ultimi giorni sono arrivate alcune idee che, a parere di molti, porterebbero al suicidio del calcio. Staremo a vedere.
In attesa delle decisioni del governo sono questi i principali punti su cui discutere:
- Il calcio sarebbe in grado di resistere con una perdita così ampia in caso di ripartenza?
- In caso di ripresa, chi di dovere sarà in grado di non condizionare i campionati futuri?
Ai posteri l’ardua sentenza…