Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano napoletano “Il Mattino”.
Durante l’intervista che potete leggere in versione integrale su “Il Mattino” oggi in edicola, oltre dell’addio al Napoli Sarri ha parlato anche dei suoi primi mesi in Inghilterra.
“Quando siamo lontani dall’Italia, scatta un po’ di nostalgia e qualcosa ci manca sempre. Più di tutto il cibo anche se
mi sto abituando alla carne e al salmone di qui. Non riesco però a trovare nessuno che fa il caffè come Tommaso.
In Inghilterra il calcio è totalmente diverso: è una festa assoluta, è un piacere arrivare negli stadi e vedere i tifosi
con le maglie diverse che prendono una birra assieme. Io firmo autografi ai tifosi della squadra avversaria a bordocampo, prima e dopo il match. Ci sono gare con tanta intensità, fisicità. Quello inglese è un calcio diverso da quello italiano, giocato in strutture straordinarie.
Le principiali difficoltà che ho trovato al Chelsea? Conosco meno le squadre che affronto e gli avversari. Poi
all’inizio farsi capire non è stato proprio così semplice. L’inglese l’ho imparato trent’anni fa, quando ero in banca. Ma
poi ho smesso per ventinove anni.
Mio padre quando ha saputo del mio trasferimento a Londra mi ha detto vai, è la cosa giusta. Però mi ha
chiesto il favore di smettere di fumare almeno qui. I tabloid inglesi dicono che qui a Londra spendo 400 mila euro in sigarette? Io faccio approvvigionamento in Italia dove pago un terzo di quello che pagherei qui.
Cos’è il Sarri Ball? È bello, suona bene e mi diverte… È il modo che qui in Inghilterra hanno di descrivere la mia filosofia di gioco. Ma mi è sempre piaciuto essere chiamato ‘Il comandante’ mi faceva sentire il rappresentante di Napoli. Mi pesava anche, perché sapevo cosa Napoli voleva da me.
Il Manchester City è al terzo anno con Guardiola e può ambire non solo a vincere di nuovo il campionato ma anche la Champions. E poi c’è il Liverpool che ha avuto una grande evoluzione con Klopp e credo che lotterà fino alla fine per il titolo inglese.
Ora vivo in una villa con un parco enorme, e mi pare che Ciro (il cane che Sarri ha adottato a Varcaturo n..d.r.) non abbia molto di cui lamentarsi. Credo che si sia ambientato piuttosto bene
Non vivo in città perché son qui per lavorare e non posso sprecare tempo per spostarmi. Non vivo volontariamente
lontano dalla città, io vivo volontariamente vicino al centro sportivo. Dopo la partita con l’Arsenal mi sono fermato
al centro. Ma i tifosi napoletani non mi hanno fatto fare un passo. Una grande soddisfazione perché non mi hanno dimenticato”.