L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti in conferenza stampa ha presentato la sfida di campionato in programma domani contro l’Inter.
“Assenza Politano? Fa parte delle difficoltà della stagione. Vi siete dimenticati che nelle prime due giornate abbiamo giocato con 2 centrocampisti e si giocava con chi c’era e si è fatto ciò che si è fatto ugualmente.
“Domani mi aspetto una partita di grande intensità dove tutte e due le squadre cercheranno la vittoria. Loro hanno una conformazione tattica geometrica diversa dalla nostra e dovremo coprire quegli spazi in fase di possesso, sono bravi con i due a tutta fascia a portare lì il discorso e noi dovremo fare lo stesso quando avremo palla. L’Inter è fortissima, lo sta facendo vedere anche in questo campionato.
Accoglienza di San Siro? Io penso al mio fischi ne ho presi altrove. Io quando vado via guardo se ho lasciato i conti migliori e se ho vinto anche qualche partita, non mi paragono ad altri. Io ho finito all’Inter con la difficoltà di gestire quel momento, tutto quello che veniva fuori. Non ho dato colpe o vantaggi a nessuno del quarto posto: ho finito e sono andato a casa. E’ chiaro che poi si fanno le valutazioni in base a ciò che ha a disposizione, se uno può spendere 240 milioni di euro di stipendi totali, non è la stessa cosa di 100 e si prendono giocatori dal Chelsea o dal Manchester abituati a vincere e non quelli che stanno a casa. Per me il passato non è mai passato, io vivo le cose, lì ho preso decisioni e le ho prese volentieri per il bene del gruppo.
Domani è una partita importante per tutti ma non definitiva. In questo campionato non c’è matematica perché le squadre sono forti, ci sono difficoltà momentanee che possono arrivarti da tutte le parti.
Domani una rivincita? Io non ho rivincite. La dignità è battersi per chi ti vuole bene non per essere famoso. Abbiamo una città dietro che freme, mi ha detto Santoro che alla partenza ci saranno 1000 persone per salutarci. Si sente che la vivono così anche se rimangono a casa, ma organizzano da giorni per essere tutti insieme. E’ una roba che ci deve per forza far riflettere sul nostro comportamento, chi non la sa riconoscere è segno che non sarà mai fiero.
Decisiva per l’Inter? Neanche, sono poche le gare giocate e ci sono le difficoltà che tutti dovremo incontrare. Io in 20 anni di carriera non mi sono mai lamentato, mai. Non ho mai detto mi manca questo o quell’altro, sarebbe come dire alla squadra non possiamo farcela da soli, ma invece possiamo farcela. I problemi non finiscono mai, ma pure le soluzioni, se ne trovano sempre.
Le certezze per domani? Ciò che ha prodotto finora, le qualità che hanno saputo esibire i nostri giocatori, le migliaia di persone che ti sostengono, qualora una volta ti venisse il dubbio di non farcela ad essere fortissimo.
Dubbi per domani? I dubbi non ce ne sono, noi andiamo a fare la partita, contro un avversario che ha le stesse qualità nostre, calciatori di livello come il nostro e un allenatore che ha esperienza su quel gioco che gli fa fare e una squadra che l’ha già fatto gli anni scorsi. Le difficoltà vanno affrontate, altrimenti si fa spazio a chi non vede l’ora di affrontarle, non c’è altra scelta.
Rispetto al presidente dell’Inter De Laurentiis la vive direttamente. Ci sentiamo perché vuole sapere le cose, segue più da vicino, ti fa sentire la presenza, Zhang sorveglia più a distanza.
Zielinski a destra? Può giocarci ma anche Elmas, anche Lozano, ho anche altre soluzioni. Lozano sta bene ha giocato giovedì e ha ore e ore di viaggio ma è voglioso, è sorridente perché è uno molto positivo, professionale. E’ normale avere ambizioni, le devono avere tutte, poi mi auguro a fine stagione riceva interessi di club che lui ritiene più importanti, significherebbe che ha raggiunto dei nostri obiettivi, l’anno scorso rimanendo fuori dalla Champions non abbiamo ricevuto una richiesta. Se vogliono avere richieste devono fare risultati. E’ sempre la vittoria che ci dà visibilità, la sconfitta riporta tutti dentro la dimensione uguale.
Koulibaly? L’abbiamo già detto più volte, diventa difficile avere ancora parole, servono esempi. Questa settimana è andato in scivolata e si è incastrato un piede, è rimasto col ginocchio sotto, ha sentito male, è rimasto a terra, si è fermato l’allenamento ed in un attimo c’erano anche i magazzinieri intorno a lui, tutti in attesa della sua reazione. E’ uscito 3 minuti, si è tornati dopo 3 minuti e tutti guardavano e non giocavano per vedere come si sentiva lui. Non mi interessa sapere se Diego è stato il più grande o meno, mi interessa sapere quello che ha lasciato dopo, è quello Non lo dico io, è quello che provano tutti ciò che significa l’importanza del soggetto in un gruppo. Vogliamo essere tutti Koulibaly, è una persona straordinaria”.
 
		 
			





