L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti in conferenza stampa ha presentato la sfida di campionato contro il Cagliari.
“Sappiamo che ci sono dei momenti in cui si possono fare più punti ed altri meno, la viviamo con equilibrio.
Non ci nascondiamo da tempo però quello dei candidati alla prima posizione è un condominio di 7 squadre e noi vogliamo assumerci il peso dei nostri millesimali, ma non vogliamo le quote degli altri, sono le stesse per tutti a meno che non si voglia dare di più pressione ad uno o un altro. Poi ci sono momenti migliori e peggiori, dobbiamo essere pronti a tutto.
Bisogna saper organizzare le cose, ma in questa organizzazione come qualità sono comprese le qualità ed il talento dei giocatori. Hanno raggiunto un livello alto per essere qui”.
Mi aspetto un Cagliari organizzato, Mazzarri sa organizzare le squadre, ci vorrà il nostro massimo in un contesto di squadra, non bastano a volte le qualità individuali contro squadre organizzate e che giocano con blocchi compatti.
I 5 cambi? I numeri dicono che quelli che subentrano fanno la differenza. Ci sono i titolari del primo tempo e quelli del secondo tempo. Bisogna giocare al fianco di tutti. Io turnover lo chiamerei tra un po’ quando le gare diventeranno tante, ora bisogna entrare in forma per me, è proprio il contrario. Qualcuno ha giocato di più proprio per tornare in condizione,
Chi mi ha stupito di più? Chi ha talento di solito si accontenta di quello, i nostri calciatori non si accontentano e ci mettono sopra lavoro, fatica, sudore, per essere resistenti anche al mostrare il talento ed è importantissimo. Si allenano sempre al massimo, si stimolano, sono 22 che si auto-alimentano, il nemico spesso può essere la presunzione ma proprio per questo loro modo di essere viene cancellato automaticamente.
Mertens? E’ voglioso di stare dentro questo gruppo, ha spinto per esserci. Tramite il dottor Canonico abbiamo avuto dei contatti col professore che lo ha operato e rientra prima del previsto proprio perché lui vuole esserci.
Dieci marcatori diversi? Sono giocatori di qualità, talento, che vogliono creare anche una squadra coinvolgendo chi c’è fuori, abbracciandosi, per me è coinvolgente, è bellissimo. Così è facile fare l’allenatore, abbiamo un capitano che tutte le volte fa vedere qual è il modo di fare il capitano e stare nella squadra. Abbiamo il comandante Koulibaly che ti guarda con quegli occhi lì e mette tutto a posto con la sua presenza e sa anche parlare benissimo. Abbiamo una società che ha fatto vedere in quel momento lì, con gli stranieri in giro, è riuscita a far tornare Ospina nei tempi per giocare, a Leicester c’era il pericolo di rinunciare ad alcuni e ci hanno messo mano.
La figura dello psicologo esterno è una roba che non mi piace tanto, è dentro al lavoro del tecnico e dipende sempre dalla società che c’è dietro, la forza di alcuni elementi della squadra che prendono la direzione giusta su ogni allenamento proposto, poi se hai tecnica la palla devi comunque strapparla per giocarla, devi mettere a fuoco le cose importanti e loro le riconoscono da soli.
Si palleggia molto per fargli perdere equilibrio e misure tra i reparti, per entrare negli spazi che hai creato tra le linee. Il portiere deve giocare con i piedi, lo dicono gli allenatori forti, se non sa palleggiare non lo prendono. Se ti vengono a pressare forte, devi tornare al portiere per forza e devi ricostruire da dietro. Poi quando ti vengono a prendere e c’è spazio pure il portiere deve verticalizzare, il centrale deve saper giocare, bisogna giocare, poi abbiamo qualità e spesso ci fanno giocare nella loro metà campo. Si può sempre migliorare, concretizzare e magari non concederle quelle occasioni.
Centrocampisti? Zielinski ha la bastonata, non dà tempo al portiere, Elmas pure fa gol, Fabian ce l’ha fatto vedere, secondo me ha possibilità anche Anguissa. Pure Demme è uno che ce l’ha il tiro, Lobotka forse meno, ha altre caratteristiche ma ha il lancio profondo meno secco ma siamo a posto su questo”.
La reazione di Manolas alle tre panchine si può valutare da come ha giocato un tempo ed ha visto come s’è comportato, subito in scivolato, totalmente dentro la squadra, col giusto atteggiamento. Rrahmani fa sempre parte di quel ragionamento dell’auto-alimentarsi, del diventare un gruppo ed una squadra forte. Quando hai un blocco squadra così è più facile arrivare lontani.
Anguissa? Quando Giuntoli e Micheli mi hanno parlato di lui non lo conoscevo ma nel calcio inglese hanno tutti quella fisicità lì, di venirti addosso con tutta la forza del contrasto. Nel nostro contesto è più facile, meno giocatori hanno quelle caratteristiche, ci stiamo attrezzando perché tutti li cercano per alzare il livello, e deve essere anche tecnico. E’ un ragazzo splendido, davvero uno da gruppo Napoli, sembrava un ritorno per come si è inserito. Ragazzo semplice, gli puoi chiedere qualsiasi cosa ed esegue. Se si mette anche quella qualità lì nel box da riempire, allora pure Fabian come la squadra ne trae beneficio.
Ciclo Spalletti? E’ il giorno dopo giorno che fa la differenza, bisogna iniziare bene, poi sulla crescita può pure non esserci una fine. Chi si mette a disposizione ed esegue le idee, poi si riesce a portare qualche risultato.
Ghoulam? è vicino, vuole star dentro, probabilmente se continua così la prossima gara lo portiamo”.





