SSC Napoli parla il Dott. D’Andrea: “Dopo la sospensione si può incorrere in inconvenienti muscolari”, poi chiarisce

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Il Dott. Enrico D’Andrea, componente dello staff medico della SSC Napoli, in un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul “Corriere del Mezzogiorno” ha parlato del rischio infortuni dopo i due mesi di stop per la pandemia covid-19. 

Questi alcuni passaggi delle dichiarazioni del Dott. D’Andrea.

“Purtroppo, bastano due mesi di stop per perdere il grado di allenamento che, con grande fatica (e soprattutto sudore,) si era conquistato”.

Per questo motivo, dopo una sospensione, non puoi pensare di riprendere la pratica di un’attività fisica con il solito ritmo, perché potresti incorrere in spiacevoli inconvenienti ai muscoli che hanno necessariamente bisogno di una graduale ripresa. 

Il “ricondizionamento” prevede tappe crescenti e dobbiamo accantonare, per qualche tempo, il “dove eravamo rimasti”.

L’obiettivo è la rimessa in moto del “motore”, per non rischiare di “bloccarlo” dobbiamo dargli il tempo giusto per far circolare l’olio.

L’intensità deve variare a seconda delle condizioni fisiche individuali, dell’età e delle condizioni climatiche. Se non si ha la possibilità di monitorare la frequenza cardiaca (60-70% della frequenza max teorica), un metro di misura può essere la capacità di riuscire a parlare senza grosso affanno durante l’esercizio.

Le persone attive dovrebbero eseguire almeno 150 minuti a settimana di esercizio di intensità moderata e 75 minuti a intensità vigorosa. Dopo quindi giorni è possibile combinare le due intensità.

L’ allenamento può essere sviluppato in un’unica sessione oppure con più sedute giornaliere”.

IL Dott. D’Ancdrea ha poi chiarito:

“In relazione a una mia intervista apparsa su un quotidiano, voglio precisare che le mie dichiarazioni non erano riferite ovviamente ai calciatori o agli atleti professionisti in generale ma solo ed esclusivamente ai pazienti che sono in cura da me per il recupero da varie patologie e che in questo periodo non hanno potuto effettuare terapie o svolgere attività fisica a causa delle misure preventive adottate in seguito all’emergenza sanitaria”.