Una giornata di campionato di Serie A da dimenticare. L’ennesima di quello che una volta era uno sport popolare. Oggi invece il calcio italiano è un sistema pilotato da un solo padrone con la complicità di chi avrebbe il dovere di raccontare la verità.
Non è piagnisteo o vittimismo o provincialismo: E’ CRONACA.
Nel pomeriggio la sfuriata dell’allenatore della Juventus Allegri che invece di gioire per non essere stato espulso dopo l’ennesima sceneggiata a bordo campo e l’irrispettoso atteggiamento con il quarto uomo, in TV ha dato vita ad uno show ridicolo. Ad Allegri è stato permesso di passare da ospite a padrone di una trasmissione televisiva con l’avallo di personaggi che hanno manifestato un servilismo preoccupante.
In serata la gara Inter-Napoli è stata funestata dall’accoltellamento di quattro tifosi del Napoli dei quali uno ricoverato in un Ospedale milanese in codice giallo.
Giornalisti napoletani impegnati a svolgere il proprio lavoro insultati all’interno dello stadio senza godere della tutela prevista in ogni città civile del mondo.
Poi la ciliegina sulla torta della mancata sospensione della partita COME PREVISTO DA REGOLAMENTO per i cori di discriminazione territoriale e a sfondo razzista intonati dai tifosi interisti della civile (??????) Milano.
Ma inutile scandalizzarsi.
E’ la logica conseguenza di un calcio monopolizzato che ormai assegna solo scudetti illegittimi a chi all’estero non riesce a imporsi.
E’ la logica conseguenza di una Nazione che non è una Stato, ma solo un territorio dove le regole e le leggi valgono solo per i deboli.