Nel calcio moderno forse degli ultimi 60-70 anni, ma la memoria potrebbe anche ingannare, MAI una squadra ha fattoregistrare un numero pari a ZERO come quota ABBONATI per le gare casalinghe di un campionato.
Le istituzioni cittadine e il Napoli Calcio sono riusciti anche in questa impresa che non fa invidia proprio a nessuno. Anzi è addirittura motivo di italico sberleffo per una tifoseria che nella stagione 1975-76, ha fatto registrare il record di 70.405 abbonati entusiasti per l’acquisto di mister 2 miliardi al secolo ‘Beppe’ Savoldi.
Sono lontani i tempi quando la ‘triade’ formata da istituzioni cittadine–SSC Napoli–tifosi/cittadini, riusciva a formare una sinergia affiatata al punto da far giocare nel Napoli il calciatore più forte di tutti i tempi e di vincere scudetti e trofei internazionali.
Quella sinergia vincente oggi non esiste più. Ognuna delle tre componenti ha preso una strada opposta a quella di chi oggi è considerata una controparte forestiera o un nemico da combattere.
Intanto questa eterna sfida del tutti contro tutti e tutto ha fatto perdere la faccia a un’intera città.
Ha perso il Comune di Napoli. Dal marzo 2016, mese dell’ufficializzazione delle Universiadi 2019 assegnate alla città, solo a fine luglio 2018 è riuscita a iniziare i lavori al San Paolo. Per giunta a sentire gli esperti partendo dagli interventi che potevano (e forse dovevano) essere fatti per ultimi. Ormai sono anni che si parla di bagni e sediolini nuovi, ma le uniche note positive dello stadio sono il prato e i tornelli opera dell’inquilino De Laurentiis. Soprattutto non ha ancora capito l’importanza del calcio per non trasformare il San Paolo in un altro fantasma stile Collana, Palargento o Centro Paradiso.
Ha perso la SSC Napoli. Il Presidente De Laurentiis parla spesso e volentieri di stadio nuovo di proprietà, ma al momento è in continua polemica con il Comune di Napoli. Ha definito il San Paolo “un cesso” per poi smentirsi con prezzi per i biglietti da stadio di lusso. La sensazione (speriamo che sia solo tale) è che a furia di parlare di stadio virtuale, il buon De Laurentiis inizi davvero a crederci…
Hanno perso i tifosi che si trovano al centro tra l’incudine e il martello ma che al tempo stesso sono dannosamente divisi stile Guelfi e Ghibellini. Hanno smarrito la loro passione nell’affannosa ricerca della figura del presidente-tifoso che nel calcio di oggi non esiste quasi più. E’ tanta la nostalgia delle belle scenografie che ai tempi di un certo ‘Palummella’ hanno fatto la storia del tifo in Italia e nel mondo. Oggi addirittura c’è chi vieta di sventolare bandiere o di fare una sciarpata…Ma oggi il San Paolo è solo il palcoscenico per partecipare a “Un giorno all’improvviso” oppure a “Un sogno nel cuore”…inteso come canzone.
Hanno perso i cittadini che del calcio non se ne fregano un piffero. Vengono coinvolti loro malgrado, nella perdita d’immagine della città incapace di difendere l’unica cosa che alla fine davvero funziona in un contesto dove fare impresa non è certo facile. Soprattutto stufi di vedere la loro città associata al botta e risposta di insulti tra il Presidente e i tifosi (e viceversa) e delle continue polemiche squadra di calcio-Comune (e viceversa) incapaci di trovare un accordo per un pallone che rotolando e rimbalzando alla fine porta anche un giovamento economico ai napoletani.
Un teatrino indegno per una città che si vanta di essere una metropoli. Indegno anche per una squadra che punta all’internazionalizzazione del proprio brand e di voler entrare nell’èlite europea del calcio.
Non è il più il momento della caccia al colpevole e delle polemiche che hanno di fatto ‘azzerato’ la gioia di sottoscrivere un abbonamento. Ora contano solo le soluzioni. Ora conta solo ritrovare quella sinergia che in passato ha portato Napoli in vetta al calcio italiano. Ma tutto questo è forse un sogno difficile da realizzare ancora più di quello di Cavani.
Buon Forza Napoli a tutti!