Nel calcio come nello sport agonistico la storia si scrive con i trofei. Non a caso in una piazza che non ha vinto quasi nulla come Napoli, ahimè, si è festeggiato il trentennale dei trionfi in campionato e in Coppa UEFA.
Lo stesso ‘toscano’ nella conferenza stampa in perfetto stile (?) Juventus, si è detto dispiaciuto di non essere riuscito a riportare lo scudetto a Napoli dopo trent’anni.
Il ‘toscano’ ha per caso parlato di gioia per aver riportato a Napoli il bel gioco a quarant’anni di distanza dalla squadra di Vinicio? Il ‘toscano’ ha per caso ricordato i record stabiliti da allenatore del Napoli? No, ha parlato di trofei anche lui.
Quei trofei che a Napoli hanno portato solo Pesaola, Vinicio/Del Frati, Bianchi, Bigon, Mazzarri e Benitez.
Però in una piazza che, ahimè, ha vinto poco come quella napoletana il triennio di calcio spettacolo e di emozioni forti vissuto con il ‘toscano’ andava conservato come una reliquia e difeso da ogni sporco interesse economico e dall’altrui professionalità.
Invece Napoli è capace di distruggere quanto di bello riesce a fare, a vivere, ad emozionare. Ed è proprio questo che fa più rabbia: l’aver negato il diritto di poter raccontare un giorno ai nostri nipoti le emozioni del Napoli del ‘toscano’.
Il grosso del lavoro lo hanno fatto quei seguaci del ‘toscano’ che hanno sconfinato nel fanatismo per tutta la scorsa stagione. Poi oggi il ‘messia’ del ‘toscanismo’, che lui stesso ha rinnegato dopo che il gallo ha cantato tre volte, ha completato l’opera.
Un palazzo trasformato in scudetto. L’attentato al rapporto tifosi-squadra con la bomba degli sms lanciata sul San Paolo. La presa per i fondelli sul dito medio e sul sentimento che lo avrebbe spinto a non accettare subito un’altra panchina italiana. La poca memoria sulla teoria rapporto rigori-maglie a righe elaborata anche da allenatore del Napoli [GUARDA QUI].
Tutti passaggi che hanno portato alla distruzione di una delle pagine più belle della storia del Napoli. Soprattutto ha spiazzato anche chi ha compreso la giusta scelta professionale di allenare la squadra più vincente in Italia. Poi come lo sia diventato se ne può parlare all’infinito, anche con il ‘toscano’.
Ma prima di scrivere la parola fine sul ‘toscano’ e il Napoli, una precisazione è d’obbligo.
In maniera furba e scaltra, in perfetto stile (?) Juventus, il ‘toscano’ ha provato a mettere le mani avanti in vista del suo inevitabile ritorno a Napoli.
Caro ‘toscano’ gli applausi, se ci saranno, saranno solo per cancellare un debito ma come i fischi non saranno mai d’amore.
Bye Bye ‘Toscano’.