L’erede della numero 10 di Maradona e campione d’Italia con il Napoli nel 1990 Gianfranco Zola, è intervenuto in collegamento video da Abu Dhabi durante la trasmissione Diletta Gol in onda ogni giovedì alle 21.00 su Prima Tv canale 17 e TV Luna canale 83.
“Devo essere sempre riconoscente e grato a Napoli e al Napoli dove sono arrivato ragazzino in quella squadra meravigliosa e in quella città meravigliosa da dove poi ho iniziato il mio percorso. A Napoli la mia famiglia ed io ci siamo trovati molto bene con la gente.
Ho segnato tanti gol su punizione perché ci ho lavorato molto, mi sono allenato tanto su questo fondamentale e poi avevo con me Maradona il maestro dei maestri, un grande vantaggio per me perché quando sei giovane impari molto guardando e osservando.
Avevamo una squadra forte con tanti fuoriclasse, ma soprattutto avevamo comunione di intenti e giocarci e integrarsi era molto più facile. Noi almeno una volta alla settimana ci riunivamo la sera per stare insieme, divertirci insieme. Abitavo vicino a Francini a Marechiaro e gli rompevo sempre le scatole per una cosa o per un’altra, è unico è stato un secondo papà. Lui era un perfettino, nell’abbigliamento metteva la cosa giusta al posto giusto mentre io ero l’esatto opposto e lui me lo faceva notare.
Meno gol su punizione? Ai miei tempi i calciatori più tecnici, quelli con più fantasia giocavano più centralmente e quindi prendevano molte punizioni in zona centrale. Poi aggiungiamoci che oggi si da meno spazio a questo tipo di soluzione che ai miei tempi era importante per sbloccare una partita.
Chi mi somiglia nel calcio di oggi? Noi avevamo noi avevamo compiti difensivi ma solo di fare la differenza in attacco, oggi non è così. Volendo citare qualcuno dico Politano e Kvaratskhelia.
Sarei rimasto volentieri a Napoli ma c’erano delle difficoltà economiche e la società è stata costretta a fare delle scelte dolorose e quindi venni ceduto io e poi dopo di me anche altri campioni sono andati via.
In cosa mi ha migliorato la Premier League? Mi sono dovuto adattare al maggior agonismo, alla maggiore fisicità, al gioco con maggiore intensità e mi ha dato un qualcosa in più. Il soprannome Magic Box mi è stato dato perché avevo caratteristiche differenti dagli altri calciatori della Premier League, giocavo con più fantasia.
Il Napoli di oggi? Sicuramente l’anno prossimo andrà meglio. Diciamo che ha pagato la sbornia dello scorso anno ed era difficile ripeterlo”.