Victor Osimhen (finalmente) NON è più un tesserato del Napoli.
E’ ufficialmente passato a titolo definitivo al Galatasaray. Uno dei principali club della Turchia che in campo internazionale, ha avuto un expolit nel 1999-2000 vincendo Coppa UEFA e Supercoppa UEFA.
E’ atterrato a Istanbul salutando il suo nuovo club pronunciando, FINALMENTE, tre parole consecutive in italiano: “Solo il Gala”. Forse non ti sarai accorto che certamente non è un top club europeo e che per giunta non gioca in un campionato top.
Certo è che mai un saluto fu più appropriato, visto che solo il Galatasaray ti ha voluto. Nessun club di Premier League, Liga e Bundesliga. Magari su questa mancanza di richieste sarebbe opportuno un TUO profondo esame di coscienza.
Se con quella frase in italiano pensi di aver fatto uno sberleffo a Napoli e ai napoletani, allora hai fallito perché gran parte dei napoletani quella tua frase l’hanno presa come l’essersi liberati di un peso. Perché caro Victor per gran parte dei napoletani, dopo averti amato ogni oltre tuo merito come solo loro sanno fare, eri diventato una zavorra della quale liberarsi al più presto.
Questo forse è il tuo più grande fallimento professionale.
Ovviamente è giusto ringraziarti per aver aiutato il Napoli, INSIEME A TUTTI I TUOI COMPAGNI E A SPALLETTI, a vincere il terzo Scudetto della storia. Ma è anche giusto ricordarti che il Napoli lo Scudetto lo ha vinto anche prima di te e, SOPRATTUTTO, anche dopo e SENZA di te.
La curiosità, ma è solo e soltanto una curiosità, è sapere cosa ti abbiano fatto il Napoli, Napoli e i napoletani oltre ad averti adorato e ARRICCHITO per giustificare tanto rancore e astio nei loro confronti.
Soprattutto dopo averti ‘trasformato’ da ottimo ottocentista da atletica leggera e lacunoso dal punto di vista della tecnica calcistica, in un calciatore dai piedi più o meno accettabili grazie alle lezioni da scuola calcio che ti ha dato Spalletti durante i ritiri.
Magari un giorno lo spiegherai, ma se non dovessi farlo tranquillo: a gran parte dei napoletani di te ormai non frega più nulla.
Per pareggiare la partita ‘dialettica’ non resta che dirti in turco: güle güle (ovvero statte bbuon’).