Insigne e il suo procuratore rispettino i tifosi che hanno rispettato la loro scelta… tanto non è colpa di nessuno

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Insigne e il suo procuratore un giorno avranno tutto il diritto di spiegare i motivi del mancato rinnovo.

Ma a giugno.

In questo momento la priorità per la squadra è affrontare il mese decisivo della stagione senza inutili tensioni e divisioni che possono nascere da frasi istintive come quel “Non è colpa mia” in stile Higuain.

Il silenzio di Insigne e del procuratore sarebbe una forma di rispetto proprio per quei tifosi che hanno rispettato la loro scelta di guadagnare un Vesuvio di euro a Toronto. Rispetto arrivato malgrado il dispiacere per l’addio del loro capitano, oggi forse il miglior calciatore italiano in attività per qualità tecniche e che non sarà facile sostituire.

Ma come non è colpa di Insigne il mancato rinnovo non è neanche colpa di un club che ha la necessità di ridurre il monte ingaggi di tutta la rosa.

Quale club si svenerebbe in regime di ristrettezze per garantire un ingaggio quadriennale proibitivo ad un calciatore che inizierà la prossima stagione da 31enne? Inoltre Insigne con l’avanzare dell’età per quanto tempo può garantire quel giocare ancora a tutta fascia che lo ha reso un calciatore tatticamente prezioso sia per il Napoli che per la Nazionale?

Quella del Napoli, al netto di possibili rancori per l’ammutinamento del 2019, addirittura sembra una scelta avallata dal calciomercato.

Infatti sembrerebbe che alle cifre richieste da Insigne per rinnovare con il Napoli, non sia arrivata nessuna vera offerta per restare nel calcio professionalmente gratificante per giocare in un top club europeo o più ‘semplicemente’ con altri club quali ad esempio Atletico Madrid o Tottenham piuttosto che Arsenal o Borussia Dortmund. Magari Insigne e il suo procuratore un giorno dimostreranno il contrario, ma al momento sembra che sia proprio così. Un giorno si saprà la vera verità.

Mai come in questo momento della stagione il silenzio è d’oro. C’è un sogno da alimentare “spalla a spalla, sin prisa pero sin pausa” soprattutto senza polemiche e divisioni.

Tanto la colpa non è di nessuno.

Il divorzio Insigne-Napoli ormai rientra tra quelle normali dinamiche di un calcio moribondo avvelenato dai diritti TV, dall’immissione di ingenti capitali che non tutti hanno a disposizione, dalla mancanza di regole economiche e dalla irrefrenabile avidità di chi governa il calcio.

Buon Forza Napoli a tutti!