Nuovo format della Coppa Italia: la Superlega dei poveri

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Quando è stata annunciata la creazione di una Superlega d’élite formata da 12 top club europei, l’Italia è stata travolta da un’ondata di giustificato sdegno. Sono state consumate le tastiere per denunciare la mortificazione dei valori sportivi.

A distanza di poche settimane però il calcio italiano sprofonda nel vortice dell’incoerenza riuscendo nell’impresa di essere ancora meno aggregante e più antisportiva della stessa Superlega.

Il nuovo format della Coppa Italia riservata solo ai club di Serie A e Serie B, brucia i sogni e le speranze delle squadre minori e dei loro tifosi di vedere nel proprio stadio la Juventus o il Milan piuttosto che l’Inter o il Napoli.

In Italia quindi il Sud Tirol, giusto per citare un club, non può sognare di pareggiare 2-2 con la Juventus come ha fatto nella Coppa d’Inghilterra lo Shrewsbury Town con il Liverpool.

Escludere i club minori dalla competizione non renderà più affascinante la Coppa Italia.

Magari sarebbe bastato far giocare dai quarti di finale in poi le gare nei weekend.

Proprio come accade nel calcio inglese che manda due squadre nella finale di Champions, che negli ultimi anni ha vinto 3 coppe europee e che incassa dai diritti TV una barca di soldi più del calcio italiano.

Chi dovrebbe riflettere preferisce escludere e…trasformare la Coppa Italia nella Superlega dei poveri.