Una disfatta epocale che mette Conte e il Napoli davanti a un bivio

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Il risultato è la giusta sintesi della prestazione del Napoli ad Eindhoven: uno storico e mortificante 2-6. Una piazza diventata (purtroppo) solo ‘risultatista’ rischia di sprofondare nello sconforto se oltre al gioco vengono meno anche i risultati.

Lo abbiamo sottolineato più volte, in Europa è più importante cercare il gol che pensare a non prenderlo. Ad esempio il PSG ne ha subìti due ma ne ha fatti sette ai tedeschi del Leverkusen. Il Barcellona ne ha subìto uno addirittura dai greci dell’Olympicos, ma poi ne ha fatti sei. Il Dortmund ne ha subìti due dai danesi del Copenaghen, ma poi ne ha fatti quattro.

Senza delle solide basi di un calcio propositivo e giocato ad alta intensità ma solo ossessionato dalla fase difensiva, giocare e vincere in Europa non è facile. Ne sa qualcosa Conte che in Europa non ha mai vinto un trofeo, neanche la Conference League con il Tottenham.

Diventa ancora più difficile giocare e vincere in Europa se una squadra atleticamente e mentalmente è meno reattiva di ogni avversario, ancor di più se smarrisce anche quella cattiveria agonistica che le ha permesso di vincere uno Scudetto.

Ma disfatte epocali del genere mettono una squadra e un allenatore davanti a un bivio: sprofondare in una crisi di gioco e di risultati come accaduto al Napoli di Garcia e suoi sostituti, oppure ricompattarsi e trasformare l’umiliazione in fonte di riscatto e ripartenza…e sabato c’è la grande occasione chiamata Inter.

Vedremo di che pasta sono fatti allenatore e calciatori anche perché, al contrario del post-Spalletti, questa volta la Società ha fatto il suo dovere.

Buon forza Napoli a tutti!