Importante prova di maturità del Napoli: concentrazione, idee chiare, convinzione nei propri mezzi.
Non era facile tornare in campo dopo la sosta per le nazionali e fare una prestazione convincente come quella fatta dal Napoli al Maradona.
Malgrado i pochi giorni di allenamento di alcuni nazionali e i problemini fisici (per fortuna smaltiti in tempo per la partita) di altri azzurri, la squadra di Spalletti ha dimostrato di trovare lo stesso la giusta concentrazione, di avere le idee chiare su cosa fare in campo e anche la necessaria convinzione di avere la qualità per fare propria una partita che sulla carta si presentava ostica e ricca di insidie.
Le squadre di Juric sono sempre difficili da affrontare per quelle asfissianti marcature uomo contro uomo a tutto campo e la difesa alta che toglie ossigeno alla manovra avversaria.
Spalletti invece ha dimostrato di conoscere quali sono le contromisure per avere la meglio su un avversario del genere e, non a caso, il tecnico dei partenopei ha vinto tutte e 7 le sfide con Juric.
Bravi i calciatori a superare la pressione avversaria e aprirsi così quegli spazi che hanno permesso al Napoli di segnare i tre gol: prima Mario Rui, poi Anguissa e quindi Kvaratskhelia hanno saputo attaccare al meglio le praterie aperte dalle giocate di prima dello stesso Kvaratskhelia, Politano e Zielinski. Rivedere le azioni dei tre gol prego.
Vittoria tanto difficile quanto meritata, ma ora testa alla gara con l’Ajax che potrebbe anche spalancare le porte agli ottavi in caso di risultato positivo.
Cosa è piaciuto.
Anguissa. Troppo facile direte? Vero ma al di là del suo primo gol in Serie A, diventata poi prima doppietta, il camerunense gioca da leader, si ‘offre’ ai compagni per lo scarico della palla, attacca, difende, ora segna anche.
Il centrocampo. Trascinato da Anguissa, illuminato dal faro Lobotka, perfezionato dalla qualità di Zielinski, completato dalle alternative valide a disposizione di Spalletti, forse ad oggi sembra essere il migliore del campionato.
Le ‘tre C’ di Kim-Rrahmani. Una coppia perfetta e affiatata come Roger Moore e Tony Curtis nel telefilm ‘Attenti a quei due’: concentrati, concreti, cazzuti.
Cosa non è piaciuto.
Quel momento di distrazione nel finale del primo tempo, anche se ci può stare sul 3-0. Ma in pochi secondi, il gol subìto e il colpo di testa di Sanabria che ha fatto il pelo alla porta con Meret battuto, il Napoli ha rischiato di riaprire una partita già chiusa dopo 37 minuti.
L’arbitraggio di Massimi.
Non ha sbagliato nulla, ha tenuto sotto controllo una partita con molti contatti fisici con appena 2 cartellini. Ha visto bene anche quando Juric ha sfogato tutta la sua ingiustificata irruenza. Qualche dubbio sul possibile rigore su Raspadori: il classico episodio che non fa gridare allo scandalo sia se fischia sia se non lo si fischia, comunque anche due arbitri esperti come Forneau e Valeri al VAR gli hanno dato ragione.
I numeri della gara.
- Tempo di gioco: 97’18” – Effettivo: 56’00”;
- Tiri: Napoli 15 – Torino 16;
- Tiri nello specchio della porta gol compresi: Napoli 7 – Torino 3;
- Falli contro fischiati: Napoli 4 – Torino 17;
- Ammonizioni: Napoli 0 – Torino 2;
- Espulsioni: Napoli 0 – Torino 1 mister Juric;
- Corner: Napoli 4 – Torino 4.