Il calciatore del Napoli Alex Meret ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di radio CRC.
Questi i passaggi più interessanti delle sue dichiarazioni.
“Le uscite come quelle su Musah sono difficili e rischiose perché bisogna calcolare bene il tempo e le distanze. Sono situazioni sulle quali si lavora anche in settimana.
L’impostazione dal basso se fatta bene penso possa portare vantaggi. Ci sta che per un errore tecnico o per un movimento sbagliato si possa perdere la palla, ma la cosa importante è esser subito pronti a riaggredire come facciamo in ogni occasione però il rischio non deve essere mai troppo alto.
Le comunicazioni con le difese devono essere brevi e dirette, anche se giocare davanti a 50-60 mila spettatori è difficile anche sentirsi. Le principali sono sui tagli, seguire un uomo, di scivolare. Devo tenere i compagni sempre svegli sulle possibili occasioni che l’avversario può creare soprattutto su quello che io posso vedere in anticipo.
Politano sta facendo un ruolo che non gli avevo mai visto fare. È un giocatore di grande resistenza, ma ci sta mettendo anche una grandissima disponibilità e attenzione. Per noi è importantissimo perché ci dà una grande mano sull’esterno e con Giovanni possiamo chiudere meglio dentro l’area. Ci aiuta tantissimo anche in fase offensiva e dobbiamo sfruttare al massimo le sue caratteristiche.
La miglior difesa del campionato è il frutto di un lavoro di squadra. I centrocampisti chiudono le linee di passaggio, i difensori fanno le coperture giuste e in area c’è una grande attenzione a chiudere sull’uomo, tutti si sacrificano.
Gara con l’Atalanta? Lavoreremo su uscite, pressioni e come cercare di sfruttare noi il nostro gioco e come provare a limitarli. Il mister cura ogni dettaglio. C’è sempre voglia di sacrificarsi per il compagno, si fa una corsa in più e questo poi, alla lunga, aiuta. Correre di più è una cosa positiva. Fisicamente stiamo bene.
Parlare di moduli è relativo, perché molto spesso si prendono le squadre alte uomo contro uomo e si cambiano le posizioni, adattandosi all’avversario, sfruttando i punti deboli con le posizioni che cambiano. Parlare di numeri non è corretto nel calcio moderno”.