Calcio italiano travolto dall’ennesimo scandalo. Questa volta riguarda (al momento) calciatori che avrebbero (il condizionale è d’obbligo) fatto delle scommesse sulle partite di calcio.
La vicenda.
In seguito a delle dichiarazioni fatte da Fabrizio Corona nel mese di agosto, la Procura di Torino ha avviato delle indagini o quanto meno accelerato le indagini su presunte scommesse fatte da alcuni calciatori su piattaforme illegali.

Al momento, ma è facile immaginare che ce ne saranno altri, sono quattro i calciatori travolti dallo scandalo.
Si tratta di Tonali 23 anni (ex Milan oggi agli inglesi del Tottenham), Zaniolo 24 anni (ex Roma oggi ai turchi del Galatasaray), Zalewski 21 anni (calciatore della Roma, però al momento solo citato da Corona ma senza riscontri dalla procura di Torino) e Fagioli 22 anni (calciatore della Juventus).

La Legge e il regolamento della FIGC sulle scommesse (LEGGI QUI).
Al momento, e sottolineiamo al momento, se dovessero essere confermate la accuse fatte ai calciatori la vicenda potrebbe restringersi al mancato rispetto del Codice di Giustizia Sportiva previsto dalla FIGC.
Quindi il tutto potrebbe (il condizionale è d’obbligo) archiviarsi con la sola squalifica dei calciatori coinvolti che vedrebbero così compromessa e macchiarsi la loro carriera.

Le società rischierebbero penalizzazioni, retrocessioni, anche esclusione dai campionati nel caso in cui fosse dimostrata una loro responsabilità diretta nella vicenda.
Prevista solo la squalifica e l’ammenda per tesserati e soci delle società che fossero a conoscenza della vicenda per l’eventuale mancata denuncia.

I due aspetti che minacciano la credibilità delle partite di calcio.
La credibilità del calcio italiano, ma non solo, in seguito a questa vicenda è minata da due aspetti.
Il primo è l’eventuale condizionamento dei risultati delle partite sulle quali sarebbero state fatte le scommesse. Chi garantirebbe il contrario?
Ad esempio anche una semplice scommessa su un’espulsione, un’ammonizione a un calciatore diffidato (che condizionerebbe con la squalifica la gara successiva) coinvolto in prima persona nella vicenda. Ma anche una scommessa su un’autorete, un gol concesso all’avversario marcato, un rigore provocato, un certo numero di gol in una partita.
Il secondo, ma forse anche peggiore, è legato all’eventuale ricorso a prestanome da parte di calciatori e perché no anche arbitri, per puntare scommesse su eventi calcistici che ne potrebbero influenzare il regolare svolgimento. Ad esempio un allenatore che sceglie una formazione, una sostituzione o un cambio di ruolo di un calciatore perché condizionato da una scommessa fatta tramite prestanome.
Gli appassionati di calcio sono giustamente preoccupati. Rischiano di subire un danno economico dalle mancate vincite per scommesse fatte su esiti ritenuti possibili di partite, che vengono magari resi irrealizzabili in maniera illecita dai protagonisti.
Soprattutto gli appassionati di calcio si chiedono: dobbiamo ancora credere in questo mondo del calcio ormai sempre meno sport e sempre più e solo business?