Tavecchio: “Completare i campionati anche a settembre, serve una riforma con la Serie A a 18 squadre”

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Carlo Tavecchio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TMW. Questi alcuni passaggi delle parole dell’ex presidente della FIGC.

“Se chiudono il campionato non mantenendo gli impegni con la produzione dei diritti tv diventa un danno quasi irreparabile. Devono risolverlo in un modo o nell’altro, anche se la cosa più importante è la salute il campionato va chiuso. I diritti vengono pagati se le partite sono trasmesse e se non pagano è un dramma. La UEFA ha sospeso le coppe ma dice che i campionati vanno finiti, a meno di tragedie irrisolvibili.

Se si fermano i campionati si apre un fronte legale. Bisogna puntare a finire, anche durante l’estate.

Non sarà tutto come prima, è evidente. E’ arrivato il momento di una riforma. Io tre anni fa dissi che la madre di tutte le battaglie è la riforma dei campionati. Non si può più pensare di avere più di 100 squadre professionistiche in Italia, solo l’Inghilterra ce le ha, ma hanno pure 3 miliardi di diritti tv, noi 1,5. Si ridurranno i professionisti, e poi bisognerà sostenere il movimento dilettantistico. Credo che sarà molto dura raccogliere sostegni locali per mantenere 15.000 associazioni.

Io parlavo di un numero magico: 18 di A, 18 di B, e due C da 18. Una settantina di squadre. Non abbiamo la capacità di avere più società, non ci sono risorse. E oggi avrei pure il dubbio sulle trentasei di Lega Pro.

I tempi delle vacche grasse non ci saranno più. Il sistema dovrà essere rimodulato in funzione dei ricavi. In questo momento tutti hanno anticipato i diritti tv per poter stare sul mercato. Ora mancato introiti vari metteranno in condizione parecchie società, se non aumenteranno il capitale sociale, di non pagarli gli stipendi. Serve trattare per salvare le società da fallimenti a iosa.

Per la ripresa del calcio è imprescindibile finire i campionati, anche arrivando a agosto o settembre. Così mantieni gli introiti della Serie A. In B invece sono 60 milioni che dipendono dalle mutualità… Se non arrivano è una catena di Sant’Antonio, che parte dall’alto e arriva alla valle. Ci saranno da rispettare le distanze, la sanificazione… Il momento è duro e drammatico e purtroppo il brutto deve ancora venire”.