Il CT dimissionario Roberto Mancini ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media nazionali.
“Non sono scappato da nessuna parte. Non ho ucciso nessuno. Non credo di meritare tutto il fango che mi stanno buttando addosso, merito rispetto. E l’Arabia Saudita non c’entra proprio nulla.
Era da mesi che ci stavo pensando, forse era arrivato il momento di lasciare, perché quando certe cose, certe situazioni, cambiano all’interno, vuol dire che comunque si sta andando verso la fine e capisci che è arrivato il momento di lasciare, devi anticipare i tempi delle tue decisioni e con grande dispiacere l’ho fatto.
Mi dispiace aver letto e sentito certe cose. Ho sperato di poter andare avanti perché allenare l’Italia mi piaceva moltissimo, però, quando poi le situazioni cambiano o iniziano a cambiare, secondo me non si è più sulla stessa lunghezza d’onda. Perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Allora prima che accada qualcosa di più grave è sempre meglio anticipare, sebbene l’abbia fatto con grande dispiacere. Alla Nazionale tenevo moltissimo.
Con Gravina la prima volta ci siamo scambiati dei messaggi il 7 agosto. Ci siamo risentiti al telefono. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso. E dopo altri due giorni ho mandato la Pec. Un atto dovuto, l’unico possibile dal punto di vista formale, solo così avrei potuto dimettermi. Punto. Dovevo fare questo, mandare una Pec, avendo maturato la decisione di lasciare. Poi dopo le cose potevano cambiare perché se uno vuole, le cose può farle cambiare. Ma penso stiano prendendo Spalletti, al quale faccio tanti auguri”.