Dopo Benitez e Spalletti anche Antonio Conte sogna di fare del Napoli non più una squadra di passaggio, ma una meta di arrivo.
Un sogno nobile ma in quanto sogno destinato a scontrarsi con la dura e ingiusta realtà.
La realtà del calcio europeo racconta di un sistema indebitato che si preoccupa di salvare i brand dei club con più tifosi al seguito e, per questo, fondamentali per il business calcistico.
Purtroppo le cose difficilmente rientreranno nell’ambito della equa concorrenza. Sarà così finché si consentirà a questi club, di continuare a investire più soldi di quelli che incassano. A loro è consentito di pagare ai calciatori più determinanti, ingaggi che i loro bilanci fatti spesso di sotto e fuggi non consentirebbero di pagare.
I calciatori ormai sono mini aziende ‘apolide’ che, giustamente, non guardano al colore di una maglia o all’amore ricevuto da una tifoseria, ma ‘sposano’ la causa di chi li paga di più.
Per questo motivo club virtuosi come il Napoli, saranno destinati ad essere sempre e solo trampolini di lancio per calciatori giovani o sconosciuti, oppure lo ‘strumento’ di rilancio per calciatori già noti ma caduti in ‘disgrazia’ calcistica.
La strada giusta, quella che dovrebbe essere d’esempio per l’intero mondo calcistico, che dovrebbe essere addirittura tutelata dal sistema calcio, è la gestione dei soldi incassati dal club che ha scelto, indicato e seguito il Napoli di De Laurentiis.
Sotto questo aspetto De Laurentiis è la stella cometa, solo che i re magi dei poteri forti del calcio non intendono seguirla. Loro non hanno oro incenso e mirra, ma solo nuove e inutili competizioni per aumentare quel business che ha seppellito l’aspetto sportivo e passionale di quel meraviglioso sport che è il calcio.