Il Napoli che sarà: ora tocca a Gattuso ricostruire la squadra come ha fatto Benitez nel 2013

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Con gli addii di Callejon e Ghoulam può dichiararsi definitivamente chiuso lo splendido ciclo della squadra costruita da Benitez. 

Nel 2013 il manager-allenatore spagnolo ha costruito una squadra su basi solide dandole anche una spina dorsale (Reina-Albiol-Hamsik-Higuain) formata da calciatori forti di nazioni calcistiche abituate a giocare e lottare a grandi livelli. Giocatori con la necessaria mentalità per trascinare e far crescere anche i calciatori più giovani ed inesperti.

Benitez ha ottimizzato al massimo i circa 67 milioni di euro incassati dalla cessione del ‘Matador’, aggiungendone appena altri 35 per portare in azzurro Reina (prestito dal Liverpool), Rafael (5,2 milioni di euro dal Santos), Albiol (11,4 milioni dal Real Madrid), Callejon (8,9 milioni dal Real Madrid), Higuain (38 milioni dal Real Madrid), Mertens (9,5 milioni dal PSV), Zapata (7,6 dall’Estudiantes). Ai quali si sono poi aggiunti i promettenti Jorginho (9 milioni dal Verona venduto poi al Chelsea per 60 milioni), Ghoulam (5,2 dal Saint-Etienne) e Koulibaly (8 milioni dal Genk, oggi quotato tra i 60 e gli 80 milioni).

Il primo tempo di Barcellona, al netto del primo gol irregolare che ha comunque condizionato la partita, ha evidenziato la fragilità mentale di una rosa formata da troppi calciatori non abituati a giocare partite decisive. Partite dove l’aspetto e la forza mentale giocano un ruolo fondamentale.

Dopo Barcellona Gattuso deve avere il coraggio di prendersi la responsabilità per i calciatori da scegliere e imporre alla società per ricostruire un Napoli competitivo. Una squadra in grado di reagire sul campo alle possibili avversità che una partita può presentare.

Benitez ha dimostrato che non è un problema di soldi. Come ha dimostrato che oltre i giovani promettenti come Osimhen del Lille, piuttosto che i vari Petagna della Spal e Rrahmani del Verona, serve come il pane una spina dorsale formata da calciatori abituati a giocare a grandi livelli e con la mentalità internazionale.

Proprio quella mentalità costruita da Benitez ma affievolitasi negli anni di Sarri e rilanciata almeno in Champions da Ancelotti.

La Juventus potrebbe finalmente abdicare. Le milanesi e le romane hanno trovato nuove risorse da investire. La Fiorentina tassello dopo tassello sta diventando una pericolosa outsider. In pratica, Napoli compreso, sette squadre per quattro posti Champions.

Per rimanere competitivi e ambire ad essere almeno una delle prime quattro in campionato, mai come quest’anno il calciomercato gioca un ruolo fondamentale. Vietato sbagliare le scelte e soprattutto bruciare tanti soldi come fatto da Ancelotti con Lozano.

Ma questo Gattuso lo sa, come lo sanno anche Giuntoli e De Laurentiis. Almeno si spera.