Il regolamento e le bugie del sistema sul VAR che non può intervenire: chiariamo alcuni aspetti

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Come al solito quando c’è un problema da affrontare in maniera seria, nel mondo del calcio il campanilismo prende il sopravvento e distoglie l’attenzione dai veri problemi, senza mai fornire chiarimenti ai tifosi.

L’art.12 ‘Falli e scorrettezze’ e il contatto Anguissa-Dumfries.

L’art. 12 del regolamento del gioco del calcio attualmente in vigore chiarisce che si assegna un calcio di punizione diretto (rigore se il fallo avviene in area) quando un calciatore “effettua un tackle o un contrasto”, precisando che per tackle si intende “L’azione di un calciatore che, con l’intento di sottrarre il possesso del pallone a un avversario, anziché sul pallone, interviene con i piedi (per terra o per aria) sull’avversario stesso“.

In nessuna parte del regolamento si parla di rigorino, fallo leggero e neanche dell’intensità di un contatto (ma neanche dell’intensità di una spinta).

Problema: proprio la valutazione dell’intensità di un contatto (o di una spinta come l’ha subìta Kvaratskhelia con il Como), non essendo prevista dal regolamento, diventa SOGGETTIVA generando polemiche per la diversità di valutazione da arbitro ad arbitro e da parte di uno stesso arbitro per contatti simili.

L’art. 12 e i falli di mano.

Abbiamo accennato al campanilismo che, se accettabile tra i tifosi, non può esserlo se i protagonisti sono i giornalisti, gli opinionisti o i cosiddetti esperti. Pur di attaccare Conte dopo le critiche al protocollo VAR, c’è chi ha tirato in ballo il tocco di mano di Olivera nel contrastare Lautaro Martinez nell’area di rigore del Napoli.

Secondo il regolamento il fallo di mano è punibile se un calciatore:

  • muove mani o braccia verso il pallone (ad esempio come l’atalantino Hien nella gara con l’Udinese);
  • tocca il pallone con le proprie mani/braccia quando queste sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo, o non è conseguenza del movimento del corpo per quella specifica situazione.
    Quindi NON E’ IL CASO DI OLIVERA, che corre spalla a spalla con Lautaro e la palla gli va sulla mano dopo un rimpallo…ma a molti conviene creare confusione…

Le bugie sul VAR che non può intervenire.

La cosa più fastidiosa che si ripete spesso è che “secondo il protocollo il VAR in questi casi non poteva intervenire”. E’ la più grande bugia ripetuta soprattutto in occasione del contatto Anguissa-Dumfries.

Proprio l’audio proposto dalla trasmissione ‘Open VAR’ di DAZN (che vi invitiamo ad ascoltare QUI da 1:23 a 2:58) dimostra l’esatto contrario. L’arbitro Mariani dice ai calciatori del Napoli: “Devo parlare con il VAR…Glielo sto facendo ricontrollare” e il varista ribatte: “Rigore confermato, cerca di prendere posizione ma gli prende il piede (riferendosi ad Anguissa n.d.r.)…allora il VAR è intervenuto oppure no?

L’audio confermerebbe di sì e allora perché c’è chi continua a provare a prendere in giro le persone o a depistare dicendo l’esatto contrario?

Guardando l’organico dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) tra gli specialisti VAR ci sono: Mazzoleni (chissà perché 0 presenze in Champions League, solo 4 nei preliminari), Di Paolo, Serra e Nasca (mai nominati internazionali); addirittura nell’organigramma dell’AIA c’è l’ex arbitro Damato (anche lui 0 presenze in Champions League, solo 1 nei preliminari) alla guida del settore tecnico…

…ma forse non è che il vero limite del VAR non è il protocollo (senza dubbio da rivedere anche per eventuali seconde ammonizioni) ma piuttosto l’utilizzo che ne fanno arbitri o ex arbitri che alle spalle hanno carriere NON proprio esemplari?