Napoli-Lazio 1-2: sconfitta immeritata, ma Garcia ha quindici giorni per capire i motivi del crollo dopo il gol di Kamada

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Fonte SSC Napoli




La Lazio di Sarri concede il bis e batte il Napoli al Maradona per la seconda stagione consecutiva.

Per Garcia arriva la prima sconfitta al primo vero esame di un certo livello, contro la squadra arrivata seconda in classifica lo scorso campionato e che punta decisa a confermarsi tra le prime quattro anche quest’anno.

Una sconfitta magari immeritata e il pari sarebbe stato il risultato più giusto almeno per quanto visto nei primi 52 minuti dove il Napoli ha messo sotto la Lazio sotto tutti i punti di vista. Ha creato oltre la rete dell’1-1 almeno cinque nette palle gol sventate dall’ottimo Provedel. Alla Lazio ha concesso solo la magia di Luis Alberto dove Meret non ha dimostrato di avere la stessa reattività del suo dirimpettaio, anche se il tocco debole era da distanza ravvicinata.

Poi il gol di Kamada che ha portato la Lazio sul 2-1 ha sparigliato le carte. Succede quando non si riesce a concretizzare il netto predominio del primo tempo.

Dopo lo svantaggio al 52′ della gara il Napoli non ha reagito da campione d’Italia: si è disunito lasciando ampie praterie alle ripartenze laziali, ha smarrito le certezze acquisite nelle ultime due stagioni, la squadra si è allungata come mai accaduto negli ultimi due anni, il giro palla è stato lento, alcuni calciatori hanno perso la posizione e altri hanno commesso errori anche su passaggi banali. Per non parlare dell’incertezza su cosa fare di chi portava palla.

Difficile valutare il motivo dei cambi di Kvaratskhelia e Politano, perché solo Garcia e lo staff medico sapevano le reali condizioni fisiche dei calciatori in campo. Però sull’1-2 sono usciti gli unici due, con Zielinski, in grado di dare qualità alla manovra.

Tanti, troppi, gli interrogativi ai quali Garcia deve darsi una risposta durante questa sosta per le nazionali.

  1. Cosa è successo dal punto di vista mentale dopo il gol di Kamada?
  2. Quanto di disastroso visto nella ripresa con la Lazio può essere solo la conseguenza di una condizione fisica che, per fortuna, non è ancora ottimale?
  3. Anguissa troppo vicino a Lobotka, oltre a togliere spazio e certezze allo slovacco, ha forse privato la squadra anche dell’arma vincente del camerunense partner di Zielinski sull’out sinistro?
  4. Vale la pena insistere nel provare Raspadori come alternativa a Kvara? Soprattutto vedendolo, per istinto, accentrarsi contro il muro di una squadra che ha lasciato per scelta spazio sulle fasce.
  5. Quella vista nella ripresa è la fase difensiva che il tecnico desidera con Juan Jesus, Rrahmani e anche Mario Rui quando è entrato spesso fuori posizione?
  6. Sul primo gol come mai Luis Alberto era tutto solo a pochi metri dalla porta di Meret?
  7. Cajuste è pronto oppure no per prendere il posto di Anguissa che dopo un buon inizio già nel finale di primo tempo ha perso lucidità e vigore fisico?

Ovviamente non è colpa sua se Garcia si trova a sostituire il miglior difensore dello scorso campionato e tra i migliori al mondo (Kim) con Juan Jesus (che lo scorso campionato era una terza scelta di Spalletti) e Natan, un difensore ritenuto ancora non pronto malgrado sia il calciatore con un elevato ritmo partita maturato nelle 20 partite giocate da gennaio ad agosto in Brasile.

Però ora serve più che mai la mano dell’allenatore, perché sono cose che si possono rimediare solo con il lavoro e che vanno allenate.

Soprattutto se non arrivano i rimedi giusti e necessari a quanto emerso nel secondo tempo con la Lazio si rischiano figuracce in Champions e si corre il rischio di non entrare tra le prime quattro in campionato.

Buon Forza Napoli a tutti!