Ultima di Serie A: cosa serve al Napoli per andare in Conference

0
496




Nell’ultima giornata di campionato il Napoli tenta il miracolo di giocare un’altra stagione in Europa, seppur nella meno prestigiosa Conference League.

Premesso che una società e una squadra con mentalità vincente dovrebbero puntare a vincere quanti più trofei possibile senza snobbare nessuna competizione, proviamo ad analizzare i possibili pro e contro di una eventuale partecipazione alla Conference League (ammesso che il Napoli riesca a chiudere il campionato all’ottavo posto in classifica).

Gli effetti sulla preparazione precampionato.

In Conference League il Napoli giocherebbe due gare del turno preliminare, il 22 agosto l’andata e il 29 agosto il ritorno, a cavallo della seconda giornata di campionato.

E’ opportuno ricordare che il Napoli non essendosi classificato tra le prime otto in classifica, dovrà giocare intorno al 10 agosto una gara ufficiale in Coppa Italia.

I turni infrasettimanali e il rilancio in campionato.

Rispetto alle big italiane che parteciperanno alla Champions League e all’Europa League che giocheranno 8 partite della fase campionato, il Napoli in Conference League avrebbe il vantaggio di giocarne due in meno (6).

Il prestigio internazionale.

I ‘contro’ tendono a snobbare la Conference League perché essendo la terza competizione europea per importanza, sostengono che vincerla non aumenterebbe il prestigio internazionale del club. Inoltre proprio perché non vi partecipano top club europei (ci sarà comunque il Chelsea), ma solo squadre di campionati considerati decisamente minori, la Conference League non ‘stuzzicherebbe’ l’interesse di quella parte di tifosi che amano vedere al Maradona solo i top club.

I ‘pro’ invece sottolineano che in Conference League ci sono comunque squadre inglesi, tedesche, spagnole, portoghesi, francesi e permetterebbe di dare continuità alla partecipazione del Napoli alle coppe europee incassando anche un gruzzoletto di soldi che può far sempre comodo a un club autogestito come il Napoli. Inoltre per una squadra come il Napoli che ha vinto un solo trofeo internazionale, la Coppa Uefa nel lontano 1989, vincere un’altra coppa europea seppur di spessore minore sarebbe una importante iniezione di fiducia e di entusiasmo nell’anno della rifondazione.

Il falso mito del ranking UEFA e l’utilizzo della rosa.

I ‘pro’ sostengono che giocare la Conference League è importante anche per il ranking UEFA. Sicuramente sì ma solo per una questione statistica. Con il nuovo format delle coppe il ranking conta poco ai fini del sorteggio delle avversarie da affrontare tanto in Champions quanto nelle altre due competizioni UEFA (LEGGI QUI).

Invece sono almeno due gli effetti positivi sulla rosa del Napoli a disposizione del nuovo allenatore:

  • aumenterebbe l’esperienza internazionale di quei calciatori (vecchi e nuovi) che non hanno collezionato tante presenze nelle coppe europee, aspetto utile per un eventuale futuro ritorno in Champions League;
  • partecipare a più competizioni aiuterebbe non poco il nuovo allenatore a ruotare i calciatori in rosa, facendo sentire tutti parte del progetto di rilancio del Napoli.

Il Napoli per qualificarsi alla prossima Conference League ha una sola possibilità ma si devono verificare contemporaneamente tre cose:

  • il Napoli vince con il Lecce;
  • il Torino NON batte l’Atalanta;
  • la Fiorentina vince la Conference League.